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Dietro il mephisto
- Autore: Comandante Alfa
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Longanesi
- Anno di pubblicazione: 2020
Ha fondato e comandato il GIS dei Carabinieri (l’elite che interviene nei casi più difficili, le teste di cuoio dell’Arma), ma è in pensione da tempo. Nell’esplodere dell’emergenza coronavirus, ha invocato nella sua pagina Facebook misure militari drastiche, ma non è di questo che vogliamo parlare. Del Comandante Alfa ci interessa il suo libro più recente, Dietro il mephisto (febbraio 2020, 256 pagine), che le edizioni Longanesi annunciano come il più “intimo di un uomo normale chiamato a compiere imprese straordinarie".
Per la casa editrice milanese ha già pubblicato con successo Cuore di rondine (2015), Io vivo nell’ombra (2017) e Missioni segrete (2018), lavori in cui per un verso racconta la sua storia, quella del Comandante Alfa, perché non ha nome, non ha volto, non mette in mostra la sua famiglia, per non esporla a vendette; per un altro ha cercato di far conoscere fin dove possibile quella del reparto speciale dell’Arma dei Carabinieri. Due vicende parallele che si intrecciano in modo inestricabile.
Quarantanni di servizio nel Gruppo Intervento Speciale, dal 1977, ancora di più nella Benemerita, da quando aveva diciassette anni. Una serie infinita di decorazioni, riconoscimenti e titoli. Una vita passata con orgoglio sotto l’amata divisa da Carabiniere, nascondendo come gli altri componenti del reparto la sua identità con un “mephisto”, il caratteristico passamontagna militare nero che lascia liberi solo gli occhi. E che occhi.
Chi lo indossa assume l’aspetto sinistro di un uomo-macchina, irresistibile, ma “dietro”, confida Alfa, c’è stato un ex ragazzo deciso a dedicare anima e corpo allo Stato e alla legalità, poi un ufficiale che ha sempre avuto un forte senso di appartenenza alla divisa e per tutto questo tempo un uomo che ha cercato di rendersi utile alla collettività, di aiutare i più deboli, di combattere contro qualsiasi forma di violenza.
Ecco il Comandante Alfa e la vita in prima linea di chi è “partito da zero che ha osato, che ha sbagliato, ma che alla fine ha vinto”.
I capitoli seguono il suo “percorso”: Andata e ritorno - Mia madre - Fratelli in armi - I giovani - Sorella Morte e il mio rapporto con la fede - Un percorso già segnato.
"Quando sono partito ero un ragazzino di diciassette anni che sognava di diventare qualcuno."
Voleva costruire un destino straordinario, fuori dal comune. Dal treno che sferragliava verso la capitale, guardava il cielo e le nuvole della sua terra, colori accesi e vivi e con spavalderia si diceva :
"Tornerò, ma sarò diverso, non mi riconoscerete. Vi stupirò."
Ha lasciato la Sicilia un giorno assolato del gennaio 1969, destinazione la Scuola Allievi CC di Roma. È partito senza sapere nulla della vita al di fuori della sua Castelvetrano, ultimo figlio cocciuto di una famiglia modesta, ma giusta. Si rivede solo, giovanissimo, pigiato tra i passeggeri del treno diretto in continente. Era svanita l’impudenza esibita davanti al padre, salendo sulla carrozza. Guardava il paesaggio dal finestrino nel corridoio di un convoglio affollato, che non si affannava troppo da una stazione all’altra.
"Guardavo il passato e il presente scorrere via, verso una destinazione ignota."
Qualche anno dopo, avrebbe concorso a creare il reparto d’elite dei Carabinieri per le operazioni più delicate. Compito del GIS? In sintesi, non altro che assicurare alla giustizia chi abbia commesso un reato. In pratica, affrontare i criminali più pericolosi, quelli che non si arrendono, che non esitano ad aprire il fuoco o a uccidere. Il GIS è un corpo speciale, con preparazione ed equipaggiamento particolari, frutto di un lavoro molto intenso. Interviene sempre come ultima risorsa, quando non bastano la competenza e l’addestramento della Territoriale, la componente di base dell’Arma, i Carabinieri di città e paesi che ci sono familiari.
È allora che entrano in azione i ragazzoni del GIS, con i volti mascherati dal mephisto e la mimetica nera. L’atteggiamento sembra fermo e freddo, ma l’emozione è forte, l’adrenalina è sempre quella della prima volta.
"Quanto sacrificio, quante privazioni, quanto duro lavoro ho dovuto fare per arrivare fin qui. E quante sono le persone che mi hanno aiutato lungo la strada? Non riesco a elencarle tutte."
Alfa rivede se stesso bambino, ragazzo, allievo. Ripensa ai genitori, al padre, al quale, comunicandogli che si sarebbe arruolato, aveva promesso di diventare qualcuno. Al nonno, ai suoi consigli e proverbi, insegnamenti di vita. Scorrono i volti della moglie e dei figli, quelli di tanti colleghi e amici, i “film” dei primi anni del GIS, delle mille azioni.
Il Comandante Alfa confessa di piangere al ricordo. Non lo imbarazza riconoscerlo: un uomo che sa versare qualche lacrima non è un debole, non è un codardo, sa manifestare i propri sentimenti e per questo è una persona di cui ci si potrà fidare, in ogni occasione.
Il ragazzo siciliano di una volta pensa con soddisfazione ai sorrisi ch’è riuscito a restituire a quanti solo pochi attimi prima stavano soffrendo. Lo hanno ripagato dei sacrifici e dei rischi affrontati e li ha voluti far rivivere, scrivendo pagine su pagine.
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Dietro il mephisto
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