Donato Marrone. La vita e il suo tempo
- Autore: Virgilio Marrone
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2013
“Donato Marrone. La vita e il suo tempo” (Adda, 2013), biografia a cura di Virgilio Marrone, è un volume di oltre trecento pagine, elegante fin dalla copertina, in cui compare una bellissima immagine del giovane maestro Donato Marrone, a occhi chiusi, lineamenti rilassati e forse intento in una delle sue emozionanti esecuzioni al pianoforte, in un atteggiamento che richiama potentemente un’altra immagine intensa, quella di Herbert von Karajan quando, anche lui, a occhi chiusi, dirigeva l’orchestra, totalmente preso dalla passione quasi amorosa che la musica sa suscitare.
Nel caso del Maestro Donato Marrone, alla passione per l’arte si somma una circostanza della vita: è cieco, lo è dall’età di due anni, forse per una malattia esantematica non prontamente curata, presumibilmente anche a causa delle condizioni di miseria estrema in cui versa la sua modestissima e numerosa famiglia. Come si sa, però, la povertà, non è sempre uno svantaggio in senso assoluto, poiché offre non di rado, a chi affligge, una grinta e talenti di cui priva i più economicamente fortunati. Questo è certamente il caso di Donato, che a otto anni, con un certificato di povertà in carta libera, accompagnato dalla madre, è accolto presso l’Istituto dei Ciechi di Napoli, dove, oltre a pasti regolari, riceve un’adeguata istruzione anche musicale, conseguendo con ottimi risultati il diploma di pianoforte e organo e successivamente anche quello di composizione, e, nella vivacissima città, vive numerose esperienze musicali che ne favoriscono ulteriormente la formazione. Per questo Napoli rimane costantemente nel suo cuore e quindi le riserva parole e pensieri ricchi di affetto, riconoscenza e apprezzamento.
Questo prezioso volume non è una semplice interessante biografia di una notevole personalità artistica, di un musicologo, concertista d’organo e pianoforte, compositore, insegnante e critico musicale, ma è una doviziosa e certosina raccolta di informazioni storiche, politiche e culturali relative ai primi ottanta anni del XX secolo nel territorio italiano, con particolare attenzione agli eventi che hanno interessato Bari e la Puglia.
Esso è corredato di numerose immagini in bianco e nero su luoghi e persone che rendono ancora più vivace la narrazione già gustosa di per sé.
Si è catturati dalla quotidianità di un secolo fa e se ne percorrono le strade, la miseria, lo stile di vita di una Bari non opulenta, alla quale il diciottenne Maestro Donato Marrone torna e in cui deve farsi strada con iniziali difficoltà per sconfiggere la diffidenza dei concittadini che gradualmente imparano ad apprezzarlo e a riconoscerlo. A Bari si aggira, figura non convenzionale, nell’unico abito nero che possiede e che indossa con eleganza in ogni circostanza, non solo durante gli eventi in case private, ma anche nelle chiese, sale concerto, scuole di danza e cinema in cui suona colonne sonore per i film allora muti.
I coloriti e affettuosi dettagli biografici sono innestati in trame assai più ampie che fanno emergere, per esempio, la nascita delle numerose istituzioni e degli organismi culturali sorti a Bari, basti qui citare l’istituto “Nicolò Piccinni”, trasformato più tardi in Conservatorio di Stato, dove il giovanissimo Nino Rota, vince il concorso di armonia e contrappunto e successivamente ne assume la direzione; oppure quello della co-fondazione del Maestro Marrone della futura “Accademia Polifonica Barese”; o ancora quello della sua fertile amicizia con i Delfino Pesce, fondatori del settimanale antifascista “Humanitas”, sensibile ai movimenti culturali europei e meritevole della segnalazione di nuovi talenti artistici, come Quasimodo.
Molto gradevoli gli incisi del curatore Virgilio Marrone, quando sopperiscono alle lacune della documentazione con logiche deduzioni che si colorano di venature liriche. È il caso in cui descrive la giornata settembrina in cui il padre nasce o le circostanze che lo inducono a rivolgere al suo primo amore, sbocciato nell’istituto dei ciechi, “pallida rosa”, o ancora quando fanno sorridere il lettore rivelando un inaspettato lato del Maestro Donato, che ci si aspetterebbe timido a causa del suo handicap: una decisa sfrontatezza nell’accomodarsi a tavola nelle osterie, totalmente spiantato ma ottimisticamente convinto, e spesso a ragione, che qualcuno offra il pasto a lui e ai due fratelli accompagnatori.
La quarta copertina regala una poesia in vernacolo barese di Vito Barracano che evidenzia la popolarità e la stima che si nutre per il Maestro.
Sicuramente si tratta di un’opera stimolante per giovani, musicisti, semplici amanti della musica o chiunque sia interessato ad esplorare in maniera inconsueta il secolo precedente, perché permette di scoprire aspetti della vita culturale musicale e sociopolitica italiana, non facilmente reperibili altrove, consentendo finalità e livelli diversi di lettura.
Caldamente consigliato!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Donato Marrone. La vita e il suo tempo
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Bella presentazione, fedele ai contenuti del libro e, tutto sommato, alle intenzioni dell’autore. Peccato non sia firmata.
Buongiorno Virgilio, la recensione del libro è di Rita Branca, nome e link alla Sua pagina personale sul nostro sito sono presenti subito sotto il titolo del libro.