Dove il sole non sorge mai di Giorgio Scerbanenco

Emanuela Sinistalqui, quindici anni e un amore che vuole crescere. Emanuela è nobile, Emanuela è ferita, Emanuela è sola. Fugge dalla casa della nonna, vuole andare a Roma a trovare il suo amore. A ricongiungersi col suo amore. Non ha soldi, non ha la macchina, non ha nulla. Può solo chiedere un passaggio a degli emeriti sconosciuti.

Purtroppo non si riveleranno esattamente galantuomini, infatti vengono arrestati e lei stessa, innocente, finisce in riformatorio. Un equivoco, un banale imprevisto che la getterà in un pozzo senza fondo che la vedrà precipitare nella disperazione più nera.
Come uscire da tutto ciò? Lasciarsi andare o tentare l’ultima carta, quella che potrebbe ridarle al libertà oppure gettarla definitivamente in pasto ai leoni, in caso di sconfitta?

Con “Dove il sole non sorge mai” (Garzanti, 2012, pp. 194) Giorgio Scerbanenco ci regala la sua arte e, come ogni volta, i nostri sensi saranno attirati dalle sue parole, enigmatiche e magnetiche.
Mi sembra sempre di vederlo, mentre scrive a macchina i suoi pensieri, i suoi sogni e le sue paure, riversando su carta sentimenti che ci voleranno nel cuore.
Una storia drammatica che non potremo fare a meno di leggere, un epilogo disperato per un cuore puro che vuole soltanto amare ed essere amato.
Perché è così difficile, tutto ciò? Forse per permettere a questo grande Maestro di toccarci nel profondo con le emozioni che solo lui è in grado di elargire.