Era mia madre di Diego Cola

Era mia madre è l’ultimo romanzo dell’ingegnere civile Diego Cola, fine e arguto scrittore.
È la storia della giovane cronista Aurora Elsen, la quale nel corso di una normale mattinata di lavoro, riceve segretamente dei documenti riguardanti un antico mistero che coinvolge sua madre, il suo defunto padre e anche il direttore della Agenzia di Stampa ove la nostra lavora.
Ella riceverà anche un misterioso invito da una persona che non vuole assolutamente che indaghi su questo scomodo passato.
L’autore è bravissimo e attentissimo a raccontare il presente e il passato, che parte dal 1990 nel giorno del matrimonio dei suoi genitori, con i cosiddetto flash-back che non appesantiscono assolutamente la trama molto intricata del romanzo che poi è un giallo.
È un continuo susseguirsi di colpi di scena ed è anche il venire alla luce di viscidi giochi di potere che terminano sempre in ricatti, situazioni patrimoniali losche, in odii e invidie famigliari.
Apparizioni, quasi improvvise, che sembrano la figura retorica dell’anacoluto (di manzoniana memoria), di personaggi che poi, alla fine, saranno coinvolti nella storia della famiglia di Aurora.

Ma nel complesso mi riporta anche a un autore che ammiro da sempre: Luigi Pirandello e al suo Uno, nessuno e centomila.
“Uno” perché ogni persona crede di essere un individuo unico con caratteristiche particolari ed una vita particolare;
“Centomila” perché l’uomo ha, dietro la maschera, tante personalità quante sono le persone che ci giudicano;
“Nessuno” perché, paradossalmente, se l’uomo ha centomila personalità diverse, invero, è come se non ne possedesse nessuna, nel continuo cambiare non è capace di fermarsi nel suo vero “io”, e questa è Aurora a cui la madre ha taciuto tante, e tante scomode verità fino a quando

[…] Capirà, a sue spese, che il racconto della morte del padre, mai conosciuto, è stata l’unica goccia di verità che sua madre ha messo in un calice di bugie.

È un romanzo, pur complicato per il susseguirsi di colpi di scena, che si legge tutto di un fiato, grazie a una prosa fluida, ma molto curata in cui Diego Cola ci accompagna tra le innumerevoli situazioni che egli brillantemente narra.
È un romanzo che consiglio ed è sicuramente l’inizio di una lunga e prestigiosa carriera di scrittore che Cola ama molto e gli sta dando soddisfazione quasi parimenti alla sua professione.