Ernest e Célestine al museo di Gabrielle Vincent

“Ernest e Célestine al museo” (Gallucci Editore, 2017, titolo originale Ernest et Célestine au musée, traduzione di Yasmina Melaouah, illustrato dall’autrice) di Gabrielle Vincent (nome d’arte di Monique Martin, Bruxelles 1928-2000), narra l’insolita avventura in un museo dell’orso Ernest e della topolina Célestine.

“Ernest e Célestine stanno andando al museo”.

L’orso, abbigliato con un completo grigio chiaro, stava salendo le scale di un grande e importante museo cittadino. La curiosa topolina, che lo accompagnava, era rimasta colpita da due grandi statue che erano poste ai lati dello scalone.

“Voglio vedere quel pupazzone bianco lì!”.

Però, Ernest aveva premura di essere ricevuto su appuntamento dal capo del personale per un posto di custode della pinacoteca. Nel suo studio aveva sostenuto il colloquio di lavoro.

“Se ottengo il posto, poi potrò tenere la piccola?”.

L’orso si chiedeva se la topolina poteva rimanere con lui anche durante le ore di lavoro. L’uomo gli aveva consigliato di rivolgersi al direttore ma aveva anticipato “non credo proprio che accetterà”. Infatti, il direttore era stato categorico:

“No, non può tenerla con sé al lavoro! Ma visto che siete già qui, visitate pure il museo, l’ingresso ve lo offro io!”.

Quindi i due grandi amici avevano iniziato a girare per le sale ammirando i quadri esposti ed Ernest illustrava a Célestine gli autori e personaggi ritratti nelle opere.

“Questo è il principe Carlos a cavallo, del pittore Velázquez”.

Mentre la topolina, che indossava una salopette gialla, stava con il naso all’insù a osservare i grandi capolavori, l’orso aveva chiesto a un guardiano seduto su una sedia se la sua occupazione fosse un buon lavoro.

“Mah, può essere sia bello che brutto: non è stancante, però ci si annoia parecchio”

era stata la sincera risposta. Però ben presto Célestine si era annoiata a guardare i quadri, che il suo amico aveva scoperto essere una mostra di falsi d’autore. Invece, l’orso ne era così affascinato da non accorgersi che la topolina si era persa nelle gallerie. “«ERNEST! Dove sei?»”. Célestine aveva chiesto aiuto a un custode il quale le aveva risposto di stare tranquilla, perché in quel museo mai nessuno si era perso. Intanto i due grandi amici si stavano reciprocamente cercando...

Semplici e delicate illustrazioni dai colori tenui arricchiscono “Ernest e Célestine al museo”, volume che appartiene a una serie di libri per bambini scritta dalla disegnatrice belga. La simpatica narrazione oltre a porre l’accento sul nobile legame dell’amicizia, ha il merito di avvicinare i lettori più giovani all’arte, ricordando che nei primi sei mesi del 2017, ci sono stati oltre 23 milioni di visitatori nei siti statali, 2 milioni in più rispetto al primo semestre del 2016.
Nel 2011 Gallucci Editore ha portato in Italia l’opera dell’autrice con “Un giorno, un cane”, per poi proseguire con la pubblicazione delle storie di Ernest e Celestine, nata dalla tavolozza di pittrice di Gabrielle Vincent, considerata una delle più grandi illustratrici del XX Secolo. La serie è diventata in pochi anni un classico internazionale.

“Cosa faresti senza di me, eh?”.