Eugenia
- Autore: Lionel Duroy
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2020
Nella Collana “Le strade” Fazi edita il romanzo Eugenia (2019, traduzione di Silvia Turato) pubblicato per la prima volta nel 2018 dallo scrittore e giornalista francese Lionel Duroy, con il quale l’autore ha ottenuto il premio Anaïs Nin 2019, per la cui stesura ha tratto ispirazione dalla storia vera di Mihail Sebastian (pseudonimo di Iosif Hechter; Brăila, 18 ottobre 1907 – Bucarest, 29 maggio 1945) scrittore, commediografo e giornalista romeno.
Vedete, Eugenia sostituendo una grande sofferenza alla mia impotenza, la guerra ha finito per allontanarmi da me stesso. Mi fornisce, proprio a me che non attendevo ormai più niente, una buona ragione per vivere: aspettare che finisca, sfuggire agli arresti, alla morte.
Emblematica l’esistenza di Mihail Sebastian, colto avvocato rumeno, critico letterario e autore teatrale di origine ebraica con la passione per la scrittura, che era entrata in conflitto con le leggi antisemite emanate in Romania durante gli anni di ascesa dell’estrema destra e del regime del maresciallo Ion Victor Antonescu. Ecco perché Iosif fu costretto a nascondersi sotto lo pseudonimo di Mihail Sebastian per poter continuare a scrivere. Con la liberazione della Romania da parte dell’Armata Rossa, Sebastian poté ritornare a insegnare presso l’Università di Bucarest, ma lo scrittore morì investito da un camion poche settimane dopo, il 29 maggio del 1945, mentre aspettava il tram per recarsi a lezione.
Duroy fa iniziare il libro proprio quando Eugenia (Jana), l’io narrante del romanzo, apprende tramite una telefonata del fratello, della tragica morte dell’uomo che ama.
Mihail è morto ieri, il 29 maggio 1945, travolto da un camion. È stato Andrei ad avvisarmi.
Una morte che aveva il sapore della beffa, ora che la Romania era libera dal giogo del generale e criminale di guerra Antonescu, Primo ministro e conducător della Romania durante la II Guerra Mondiale dal 4 settembre 1940 al 23 agosto 1944. Ecco allora che Jana torna a ricordare il passato trascorso insieme a Sebastian, partendo da quell’incontro avvenuto presso Università di Iaşi nel 1935 quando lo scrittore, già autore del volume “Da duemila anni”, era stato invitato dall’insegnante di Letteratura di Eugenia, la professoressa Costinas, a tenere una lezione. Il libro, edito nel 1934, testimonianza dell’ascesa dell’antisemitismo in Europa, aveva fatto scandalo a Bucarest. A quel tempo Jana era solo una diciottenne, inesperta della vita, studentessa al primo anno di Letteratura all’Università di Iaşi. Se allora qualcuno avesse detto alla giovane di frequentare un “giudeo” si sarebbe addirittura sentita insultata. I romeni consideravano la popolazione ebraica profondamente diversa da loro. Il pregiudizio principale era che gli ebrei fossero favolosamente ricchi o estremamente poveri. Tra questi due estremi si era fatta strada una classe media ebraica: medici o commercianti come i genitori di Eugenia. Gli ebrei possedevano in generale le orologerie, le farmacie, gli studi medici e dentistici, gli studi di fotografia, le insegne di grammofoni e di telegrafia senza fili, i negozi di strumenti musicali, le tipografie, ecc… Ciò era la conseguenza di una legge che vietava agli ebrei di possedere della terra in un paese in cui l’economia era essenzialmente agricola, di modo che, se volevano sfuggire alla grande povertà dei sobborghi, l’unica soluzione possibile era studiare. Quindi,
“il loro successo era in qualche modo il risultato inatteso di una misura discriminatoria”.
Ciò non impediva comunque di suscitare nei romeni un cupo risentimento, della gelosia, che non veniva ancora espressa a voce alta anche perché dal 1919 tutta la popolazione ebraica era ufficialmente romena.
Con questo clima, le correnti nazionaliste e antisemite avevano gioco facile, Sebastian durante la lezione era stato aggredito da alcuni militanti di estrema destra. In quel preciso istante Eugenia aveva aperto gli occhi, capendo che finora si era, o meglio, era stata ingannata.
Non saprei descrivere con precisione l’effetto che fa una repentina presa di coscienza, ma è come se d’improvviso tutto in noi si illumini, il cuore e la ragione s’infiammino entrambi contemporaneamente, e una rabbia tutta nuova ci abiti, ci travolga, una rabbia di cui ancora non sappiamo che fare.
Nelle pagine di Eugenia, un romanzo straordinariamente attuale, l’autore fa comprendere come la macchina dell’odio abbia sempre una mostruosa capacità di attrazione. Ieri, come oggi, nel cuore della civile Europa. L’unico antidoto è la Memoria, ricordare per non dimenticare resti come monito.
Eugenia
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