Famiglia Novecento. Vita familiare, rivoluzione e dittature 1900-1950
- Autore: Paul Ginsborg
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2013
In questo suo ultimo saggio "Famiglia Novecento. Vita familiare, rivoluzione e dittature 1900-1950" (Einaudi 2013), il professore Paul Ginsborg ha tracciato e descritto storicamente il legame politico e sociologico che abbracciava la vita quotidiana della Famiglia in alcuni degli Stati europei geopoliticamente più determinati nei propri assetti di identità e autonomia durante gli avvenimenti tragici, rivoluzioni e guerre, della prima metà del Novecento.
Un’opera senza precedenti, un saggio unico e dall’interesse rilevante che ha richiesto quasi dieci anni di impegno per la complessità della ricerca. Circa settecento pagine con foto e note documentate dedicate alla famiglia, il fondamento e l’istituzione arcaica o moderna che nessuna ideologia, rivoluzionaria o dittatoriale, sia stata in grado di scalfire da inizio Novecento fino agli anni cinquanta. Si è voluto colmare quindi, sottolinea l’autore, un vuoto storico che riguardava la politica sociale e la famiglia in alcune delle culture dominanti, quali Russia, Italia, Germania, Spagna e Turchia, e che furono destinatarie e protagoniste degli eventi più drammatici del ventesimo secolo. La famiglia era ed è soggetto oltre che oggetto. Non una istituzione passiva a ricevere arrendevolmente le azioni del potere politico, come è successo nei regimi dittatoriali, ma una protagonista della storia, anche nelle condizioni più terribili. Una coinvolgente narrazione storica e sociale che ricostruisce la biografia di alcuni personaggi che hanno dato voce a riflessioni e proposte sul tema della famiglia e di alcune storie familiari normali, come ad esempio le famiglie contadine o quelle ebree che, fedeli al regime di Hitler, continuarono a vivere in Germania.
“ Mi sono posto l’obiettivo di descrivere e paragonare la vita familiare e le condizioni sociali di ampie fasce di popolazione in ciascuno Stato, con particolare attenzione ai contadini e agli operai. Emergono qui i temi classici della storia familiare, strutture e dimensione delle famiglie, modelli matrimoniali, credo religioso, vita quotidiana. In tutte queste famiglie, sia grandi che piccole, aleggiano disuguaglianze di genere. Concentro la mia attenzione sulle grandi dittature che necessitavano di famiglie obbedienti, tradizionali e funzionali, ma prendo in esame anche le alternative radicali alla vita familiare, comuni, collettivi e comunità fondate sulla condivisione, dalla Berlino operaia alla Barcellona rivoluzionaria. La prima metà del Novecento non è caratterizzata solo da un’eccezionale violenza ma anche da sogni rivoluzionari. “
Dal nazista Goebbels, ministro della propaganda del Terzo Reich che narcotizzò e uccise i suoi sei figli, al futurista Marinetti e al comunista Gramsci; da Halide Edib, che a Istanbul tenne un discorso nel giugno del 1919 di fronte a duecentomila persone esortando tutti a non fermarsi fino alla proclamazione dei diritti dei popoli, a Margarita Nelken, che a Madrid appena ventenne era già impegnata attivamente nei quartieri popolari per una migliore condizione femminile, fino alla rivoluzionaria russa Aleksandra Kollontaj. Un lungo viaggio attraverso la vita di personaggi eccellenti legati nel bene e nel male alla storia e alle politiche della famiglia. Conosciamo quindi Aleksandra Kollontaj, l’unica donna ministro del governo di Lenin.
Aleksandra, nata a San Pietroburgo in una famiglia benestante, fu una delle più famose rivoluzionarie russe. Donna colta e sensibile, ebbe modo di recarsi in Inghilterra per conoscere da vicino il movimento operaio inglese e nel 1909 pubblicò Le basi sociali della questione femminile. Fautrice dell’importanza della diffusione della cultura, promosse la rivoluzione femminile attraverso il sesso, la teoria dell’Eros alato: donne e uomini potevano condividere il loro erotismo nel contesto di una società nuova, fuori dagli schemi borghesi e religiosi. Promulgò le sue teorie fra l’irrisione degli stessi compagni di partito, ma era assolutamente convinta delle sue idee rivoluzionarie perché ambiva al desiderio che le donne non fossero più ombre dei mariti, confinate nella solitudine della loro sfera domestica. Aleksandra conosceva bene la condizione femminile in Russia, soprattutto nelle aree rurali, dove le donne subivano ogni genere di brutalità. Il capofamiglia poteva usare violenza alla moglie, perché era d’abitudine. Inoltre il diritto canonico russo fissava per il matrimonio l’età minima di tredici anni per le femmine, ma nella realtà venivano date in moglie bambine di nove anni. Le donne, in molti detti popolari e purtroppo anche per le leggi in uso allora, erano considerate poco più che degli animali. Il padre o il marito, quest’ultimo il più delle volte poligamo, poteva disporre della donna a suo piacimento. Aleksandra Kollontaj dedicò la sua intera vita ad abbattere le discriminazioni e a diffondere le sue idee progressiste, a tal punto che nel 1918 le sue teorie condizionarono la nuova legislazione sul diritto di famiglia e sulla parità femminile.
"Famiglia Novecento" è un saggio storico autorevole, che nella sua complessità coniuga ritratti di donne eccezionali nelle loro normalità ai ritratti dei grandi dittatori del Novecento, con sullo sfondo la storia dell’unica vera unità fondamentale per una nascente civiltà: la famiglia.
Paul Ginsborg è stato per molti anni professore all’Università di Cambridge e dal 1992 insegna Storia dell’Europa contemporanea all’Università degli Studi di Firenze.
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