Francesco De Gregori. Mi puoi leggere fino a tardi
- Autore: Enrico Deregibus
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Giunti
- Anno di pubblicazione: 2015
“Quello che non so, lo so cantare” (Enrico Deregibus, Giunti, 2003) stava all’epos degregoriano come le traduzioni di Vincenzo Monti a quello dell’Iliade, per rendere l’idea della portata. Una specie di classico, un viatico imprescindibile all’universo ontologico del Principe, peraltro egli stesso alquanto benedicente nei confronti del tomo.
Sentenziò più o meno in questo modo - “è un libro scritto molto bene, con il rigore dello storico. L’autore ha costruito un controcanto fra quella che è la mia storia personale e gli avvenimenti storici paralleli: una bella idea” - e per il libro fu una specie di imprimatur.
Data la fama di refrattario ai panegirici di chi lo pronunciava c’era di che assumere come oro colato e mettere in saccoccia a mo’ di rendita garantita. E invece succede che adesso come adesso se ne va in giro - fresco di stampa - il remake riveduto e corretto di quella biografia (“Francesco De Gregori. Mi puoi leggere fino a tardi”). Sempre per Giunti, sempre di Enrico Deregibus. Perché se c’è qualcuno che assomiglia sputato all’assassino che torna sempre sul luogo del delitto è lo scrittore. Soprattutto se di un libro di successo, soprattutto se non si culla sugli allori, soprattutto se sono volati dodici anni dal libro in oggetto e vita & carriera di De Gregori sono andate giocoforza avanti, ed è sempre pur vero che "qualcosa rimane tra le pagine chiare e le pagine scure”.
“Mi puoi leggere fino a tardi” (dall’ultimo verso della tenue “Falso movimento”) si attesta dunque come una “ripresa” aggiornata della narrazione per antonomasia di Francesco De Gregori. Il piano ravvicinato più indicativo che vi capiterà di leggere sul cantautore forse meno inquadrabile del drappello italiano. E anche questo è un merito non da poco da riconoscere a Deregibus che poggiando su testimonianze e fonti dell’epoca ne scandisce ulteriormente tempi, luoghi, dischi, gesta, vita vissuta-sofferta-immaginata tra palco e realtà: dal ritratto dell’artista da giovane (Folkstudio, Alice e dintorni) alla pagina plumbea del “processo” al Palalido. In alternanza di minuziosi piani sequenza sulle spalle di tempo e luoghi fino all’altro ieri del tour con Lucio Dalla.
Incrociando la Storia e le storie di un’Italia sfondo perenne, l’Italia un po’ ingenua “che si innamora” e quell’altra civile “con gli occhi aperti nella notte triste” che Francesco De Gregori ha saputo cantare/descrivere/raccontare come pochi. Metteteci anche che il taglio narrativo di Enrico Deregibus è quanto di più accattivante vi riuscirà di scovare nel “giro” saggistico-musicale e avrete il quadro completo delle ragioni per cui questo libro – un moloch di 352 pagine fittissime che si “divorano” però con autentico sollievo letterario – è un libro da non mancare.
Francesco De Gregori
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