Fuerte Apache di Jacopo Montrasi

Fuerte Apache, la periferia più povera di Buenos Aires. Violenza e omicidi sono all’ordine del giorno e ormai nessuno ci fa più caso. Ciò che inorridisce noi persone “perbene”; a loro non fa né caldo, né freddo. Fuggire? Ci sono due modi: come cadaveri, e nessuno ama prendere in considerazione quell’ipotesi, oppure occorre prendere in mano la propria vita, prenderla in mano sul serio. E non è per nulla facile.

Tullio e Ramon vogliono andarsene. Vogliono fare come Tévez, il calciatore che è andato a giocare a calcio in Europa, il loro idolo. Tullio gioca a calcio e spera sempre di entrare a far parte di una vera squadra, un giorno, con lo stipendio e tutto il resto. Ramon ha un’altra idea: rubare i soldi a Tati, uno che conta, al Fuerte.
Chiaramente la cosa finirà male e Tullio dovrà fuggire, per salvarsi. Durante la fuga capirà tante cose, cose che lo cambieranno per sempre. Continuerà a fuggire o tornerà al Fuerte per affrontare i propri fantasmi, una volta per tutte?

Jacopo Montrasi ci parla di sogni e speranze, di dolori e violenze. Tutto condensato in poche pagine, pagine pesanti per ciò che diranno, ma leggere per lo stile narrativo fresco e pungente. Persone e non personaggi, un inno alla vita che vuol farci guardare il cielo, non la terra sotto i nostri piedi.
Fuerte Apache è un libro dedicato a chi vuole leggere la verità, a chi crede nella speranza o, semplicemente, a chi vuol donare tempo a qualcosa di scritto bene.
Durerà poco, ma rimarrà dentro a lungo.