Gli amori infelici non finiscono mai
- Autore: Isabella Borghese
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2014
“Io credo soltanto nella parola. La parola ferisce, la parola convince, la parola placa. Questo per me, è il senso dello scrivere. Ennio Flaiano.“
Il nuovo romanzo della giovane scrittrice Isabella Borghese si apre con la dedica ad un grande maestro: Ennio Flaiano. Gli amori infelici non finiscono mai mi è piaciuto tanto per la sua originalità quanto per la bravura dell’autrice. Una galleria di personaggi, quella descritta; uno più originale dell’altro, le cui storie si svolgono a Roma, città volutamente descritta caotica e piena di disagi. Proprio la città di Roma, amata e odiata da Ennio Flaiano.
Isabella Borghese, giovane autrice e curatrice editoriale, ha voluto raccontare, tramite una scrittura suggestiva e poetica, un mondo surreale e introspettivo, che coinvolge piacevolmente il lettore. Sono tanti anche i riferimenti letterari ai quali si è ispirata, lo scrittore Sandor Marai principalmente e le sue dichiarazioni d’amore per i libri (li respiro come fossero loro a darmi ossigeno mentre sono il mio sorriso più felice).
Si amano da subito i suoi personaggi, l’Uomo senza Volto, Eszter e le loro storie parallele che si alternano e si intrecciano in una realtà narrativa di avvenimenti legati da somiglianze e differenze. La prima voce narrante è dell’Uomo senza Volto che, dopo esser stato dimesso dall’ospedale a seguito di un incidente, scopre di non riconoscere più i volti, neanche il suo allo specchio. Soffre di prosopagnosia.
“Chi sono? Vedermi e non riconoscermi. Un impatto avvilente, mi ha mortificato oltre ogni possibile immaginazione. Io speravo di poter imparare a conoscermi di nuovo. Mi era tutto chiaro: ogni volta che avrei incontrato me stesso di fronte allo specchio, avrei creduto di vedere un altro. I miei occhi andavano su e giù, dalla fronte scendevano sino al mento, poi risalivano al naso, si spostavano all’orecchio destro, alla guancia sinistra, alla destra, fino all’orecchio sinistro.“
Non riconosce neanche più Clorinda, sua moglie, che sa di non amare più da tempo. Non può che scoprire i volti di chi ha davanti ascoltando e ricordando la voce o il profumo della loro pelle.
La donna per me oggi è un profumo, una sensazione, una voce. È tutto quello che nasce in me dalla loro unione.
Dopo la separazione, l’Uomo senza Volto si troverà nella condizione di dover reinventare la sua vita: è solo, indipendente, nudo e debole.
La storia che ci narra Eszter si svolge sul 60, il bus che percorre alcune strade di Roma. Lei lo prende giornalmente e si è affezionata ai personaggi stravaganti, un palco ricco di varietà, che abitualmente salgono tra finti controllori e biglietti del Monopoli.
L’Uomo del Suicidio Premeditato che annuncia a tutti che si ammazzerà il 19 settembre, la Signora Impertinenza, una ragazzina maliziosa che si trucca come una trentenne ed infine la Signora Povertà, che con le unghie nere trascina con sé un carrello della spesa pieno di oggetti.
Gli autobus, nella mia città, sono parentesi tonde. Racchiudono momenti indipendenti dalla nostra vita, incisi spesso bizzarri, altri raccapriccianti.
Eszter insegue un grande sogno, quello di fare la scrittrice, e per realizzarlo si mantiene lavorando come cameriera di sera nel ristorante sottocasa. La sua relazione con Lajos, sposato, è importante. Lo ama molto, ma l’infelicità per un amore che non li vedrà mai uniti come coppia, li condurrà alla fine della loro storia. L’amore era più doloroso dell’abbandono stesso. Ogni giorno, con il bus 60, Eszter raggiunge la libreria Alice nel paese delle meraviglie, e si sofferma a guardare quell’Uomo senza Volto che cammina avanti e indietro con foga. È lì tutti i giorni a tentare di vendere ai passanti il romanzo della sua scrittrice preferita, Gisella Montàr, da lui molto amata e che non potrà più riconoscere. Eszter è affascinata dall’Uomo senza Volto e non vuole mancare a quell’appuntamento giornaliero per poterlo guardare e ammirarne le qualità.
“Gli uomini, a saperli scrutare con attenzione, nascondono debolezze che altri, quando hanno l’opportunità di conoscere, dovrebbero coglierle per abbracciarle.”
Gli amori infelici non finiscono mai è un romanzo evocativo, poetico ed emozionante. Una dinamica narrativa che spinge il lettore a cercare un significato in una trama davvero particolare ed esclusiva. Nella realtà di una metropoli asfittica ed invivibile, l’autrice narra abilmente la faticosa condizione del vivere quotidiano, il dolore, il tradimento, il silenzio, la speranza e l’amore. Una storia che si legge senza volerla mai abbandonare!
Gli amori infelici non finiscono mai
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Scusatemi io ancora non ho letto questo romanzo, perchè non ho avuto la possibilità economica per poterlo comperare. Anche se leggere mi affascina molto, nello stesso tempo mi coinvolge a tal punto che se non lo finisco di leggere un libro o romanzo sono capace di arrivare leggendo al chiarore del nuovo giorno che arriva. Non parliamo se trattasi di un libro di storia vissuta del personaggio che lo ha scritto, perchè la mia voglia di conoscere è stata sempre tanta, per le varie sfalcettature che la vita ci ha sempre posto ma soprattutto se si arriva alla soluzione che ogn’uno di noi spera. Certamente ho fatto una grande osservazione ed altrettanta riflessione sul titolo di questo romanzo ( Gli Amori Infelici Non Finiscono Mai ) perchè ciò mi riguarda personalmente ed ecco la mia espressione in merito. Sostengo con fermezza che dopo di Dio ( perchè io credo ) i migliori amici sono i libri, perchè non mentono mai, se non hai afferrato il significato di un capitolo e lo rileggi troverai le stesse parole ed avrai sempre la possibilità di trarne il giusto significato. Mi ha colpito la definizione di ENNIO FLAVIANO dove ci dice che : " il senso dello scrivere è nella parola ", ed io aggiungo un detto siciliano che dice: " la lingua non avi ossa ma rumpi l’ossa " infine si può dire che il saper scrivere o il saper parlare identifica la persona che si esprime e si può dare da subito alla stessa un giudizio sia negativo o positivo. Con simpatia, Andrea.