La bufera di neve. Un racconto di Natale
- Autore: Catherine Gore
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2024
Elliot Edizioni nella Collana “Raggi” pubblica per la prima volta in Italia La bufera di neve. Un racconto di Natale (titolo originale The Snowstorm: A Christmas Story, traduzione di Raffaella Pastore) di Catherine Grace Frances Gore, nata Moody (12 febbraio 1798 – 29 gennaio 1861), prolifica scrittrice e drammaturga inglese, edito nel 1845 da Fisher, Son & Co.
L’inverno aveva fatto la sua comparsa alla fine di un autunno splendente e di buon auspicio. Era giunto in un modo così mite, con un’aria così affabile e un garbo così inusuale per la stagione che nessuno, a eccezione dei bambini, in trepidazione per l’arrivo delle vacanze, e dei responsabili della parrocchia, in attesa di espletare le consuete mansioni, riusciva a riconoscere quel vecchio amico.
In quella parte dello Yorkshire, pur mancando una settimana a Natale, le querce erano ancora così lussureggianti che il vischio si scorgeva a fatica tra i loro rami. Né si intravedevano tra le siepi spoglie gli allegri puntini colorati dei cespugli di agrifoglio, come era invece solito in quel periodo. La consueta nebbiolina novembrina aveva fatto spazio a un’insolita calura e così, tra i boschi fulvi, le primule pullulavano come fosse marzo. Il canto del pettirosso, messo prediletto dell’inverno, sembrava fuori stagione talmente il suo petto si nascondeva tra il fitto fogliame.
L’intera Hacklewood sentenziò che quelle siepi rigogliose e quelle primule non promettevano nulla di buono in un momento in cui l’intera nazione avrebbe dovuto essere color maggese. Hacklewood non era mai stata così all’erta per il susseguirsi delle stagioni: era infatti il primo inverno dopo tanti, tanti anni, in cui la residenza che vi si ergeva, orgoglio e gloria dell’intera tenuta, era abitata. La fatiscente proprietà e le sue desolate terre erano state acquistate due anni prima da un ricco londinese, che da quel momento in poi aveva investito una bella somma per rimetterla a posto e arredarla. Sir Richard e Lady Ribston ricevevano amici e ospiti solo da Londra, in treno, proprio come avevano ricevuto le sedie, i tavoli, le stufe brevettate e le confezioni di pregiato vino claret. Il ricevimento era pronto, ma una improvvisa bufera di neve avrebbe scompaginato i piani; non tutto il male viene per nuocere.
Catherine Gore, figlia di un commerciante di vino di Retford, nel Nottinghamshire, definita dal “Times” come “la migliore romanziera della sua classe sociale, nonché la donna più arguta del suo tempo”, divenne tra i più noti scrittori di forchette d’argento (silver-fork novels), che rappresentavano la gentilezza e l’etichetta nell’alta società del periodo Regency.
Il racconto, dedicato al figlio, pur inserendosi per contenuto, ambientazione e finale in quel filone a sfondo natalizio assai diffuso nel periodo vittoriano, conserva quell’attenzione per le questioni sociali e politiche contemporanee e quell’interesse quasi ossessivo per la divisione in classi tipici del romanzo dell’alta società inglese. Punto di forza del racconto è il contrasto tra il registro gioioso del Natale, le descrizioni delle decorazioni, l’allestimento di allegre tavolate festive, il gelo e la cupezza del paesaggio naturale invernale dello Yorkshire, selvaggio e buio.
Le persone di raffinata sensibilità raramente discutono le questioni che gli stanno più a cuore.
La bufera di neve. Un racconto di Natale
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