Gli ingranaggi di Dio. Dal caos molecolare alla vita di Peter M. Hoffmann

Due luoghi comuni che mi sono stati ammanniti nel corso del tempo in antitesi alle mie (ferme) convinzioni meccanicistiche: l’armonica bellezza del Creato (uffa!) & la millimetrica compiutezza del nostro corpo (sob!), preludio all’Interrogativo con la I maiuscola: com’è possibile che cotanta perfezione provenga dal Nulla? Tristissimo ma è così, non recedo di un solo passo dai miei convincimenti, dopo aver letto “Gli ingranaggi di Dio. Dal caos molecolare alla vita” (Peter M. Hoffmann, Bollati Boringhieri, 2014), meno che mai.

Malgrado il titolo non c’è traccia di Creatore nell’articolata disquisizione scientifica sull’origine della vita allestita da Hoffmann (attualmente insegnante di Fisica e Scienza dei materiali presso la Wayne State University di Detroit). In barba a millenni di alte congetture sull’ipotesi “vitalista” (in pratica: tutto ciò che anima la materia vivente dandole uno scopo, scaturirebbe da una “sostanza” fine, invisibile, divina), sono pur sempre Caos & Necessità (un tiro di dadi piegato alle leggi della fisica) a dettare le regole di ciò che è e ciò che non è. In altre parole, ancor più dirette: il movimento caotico - dunque “casuale” sic et simpliciter - delle molecole, combinato all’esigenza data dalla fisica, è tutto ciò che basta e serve per spiegare l’esistente. Il resto è improbabile (dis)valore aggiunto, fanta-scienza pura, teorema astratto fine a se stesso.

Muovendosi a raggio amplissimo tra storia delle scienze, fisica e filosofia Peter Hoffmann gira e rigira, insomma, intorno alla domanda-cardine "che cosa è la vita?", individuandone la risposta nell’infinitamente piccolo delle nostre cellule, all’interno delle quali una “tempesta termica” provoca la continua vibrazione degli atomi, e minuscoli ingranaggi molecolari (dal canto loro) fanno il resto, estraendo l’ordine dal caos. Senza uno scopo effettivo al quale tendere, semplicemente assecondando le leggi di natura.

Tutto qui, e come si vede (come si dovrebbe vedere) la verità su inizio, fine e durante ci è prossima più di quanto si sia ritenuto e, in certi casi, si ritenga ancorai (la verità dal lato brutto è che il cielo andrebbe lasciato una volta per tutte ai passeri e ai jumbo jet).
Attraverso il racconto delle più recenti scoperte sulle nanoscale, "Gli ingranaggi di Dio" lo dimostra in maniera lampante, imponendosi come un saggio di divulgazione scientifica adamantino, tanto rigoroso quanto accessibile ai profani. Se davanti all’ermeneutica non vi accontentate di risposte scontate, questo libro è ciò che fa per voi.