Gli innamorati di Sylvia
- Autore: Elizabeth Gaskell
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2014
“Sulle coste nord-orientali dell’Inghilterra si trova una città che si chiama Monkshaven, in cui oggi vivono circa quindicimila abitanti. Tuttavia ne contava solo la metà alla fine del secolo scorso, ed è in quel periodo che avvennero i fatti narrati nelle prossime pagine.”
Nella cittadina che si trovava sulle coste dello Yorkshire e che sorgeva sulla riva del fiume Dee, la strada principale procedeva parallelamente al corso d’acqua e da essa piccole vie s’inerpicavano sui fianchi delle colline scoscese.
“Racchiuse fra le colline e il fiume c’erano le case”.
Sulla riva meridionale del fiume vi erano alcune residenze circondate da campi e da giardini dove viveva la nobiltà locale. I “ricchi” di Monkshaven non appartenevano all’aristocrazia rurale ma erano quelli che possedevano il maggior numero di navi impiegate nella caccia alle balene nei freddi mari della Groenlandia. Le baleniere affollate di uomini forti e speranzosi “non tornavano mai indietro così come erano partite”. In un caldo giorno dei primi di ottobre del 1796, sullo sfondo di quel cielo opulento autunnale, anche due ragazzine, partite dalle loro case fra i campi dirette a Monkshaven con il compito di vendere burro e uova, si trovavano al porto della cittadina. Presso il molo la calca di parenti, amici e curiosi, era con lo sguardo rivolto alla nave “ormeggiata appena fuori dalla barriera, a meno di un quarto di miglio di distanza”.
Sylvia Robson e la sua amica Molly Corney, entrambe figlie di coltivatori, ammiravano la Resolution al largo che svettava su quell’incommensurabile acqua blu nella quale fluttuavano decine di navi da pesca con le vele bianche, apparentemente immobili.
La veduta era incantevole: la foschia dorata non impediva di osservare più in là, sopra l’altra riva del Dee, le alture della brughiera, le più vicine rossicce per il colore della felce, le più lontane grigie. Le sottili tegole scarlatte delle abitazioni con gli abbaini disegnavano una schiera irregolare lungo una delle sponde del fiume, mentre il quartiere nuovo della città, costruito sulla scogliera di fronte, aveva un aspetto meno pittoresco e più ordinato. Su quella banchina “sgradevolmente decorata da scintillanti squame di pesce”, molti cuori attendevano l’equipaggio della baleniera, considerato che per sei lunghi mesi estivi di quei marinai non si era saputo nulla, erano come morti, “imprigionati nei tetri, terrificanti mari dell’Artico, e tenuti lontani dalla bramosa vista delle fidanzate, degli amici, delle mogli e delle madri”.
La prima edizione del romanzo "Gli innamorati di Sylvia" (titolo originale del volume Sylvia’s Lovers, traduzione e cura di Mara Barbuni, introduzione di Francesco Marrani, a cura di Valeria Mastroianni e Lorenza Ricci), venne pubblicata nel 1863 in tre volumi presso l’editore londinese Smith, Elder & Co. Nonostante la riedizione di tre ristampe, le traduzioni in tedesco e in francese e il buon successo di vendita, il volume non ebbe il riscontro delle opere precedenti di Elizabeth Cloghorn Gaskell (1810-65). Il libro secondo l’intenzione della sensibile e raffinata autrice, amica e biografa di Charlotte Bronte, doveva essere “la storia più triste che io abbia mai scritto”:
"The saddest story I ever wrote”.
Con queste parole nel dicembre del 1859 la Gaskell aveva comunicato al suo editore George Smith l’intenzione di narrare una storia ambientata a Whitby nel North Yorkshire, paese di pescatori fino a sessant’anni prima uno dei principali porti per la caccia alle balene che Elizabeth aveva visitato di recente. Whitby diventava quindi Monkshaven scenario ideale dove inserire il triangolo amoroso composto dalla bella Sylvia, figlia unica consapevole del proprio fascino, dal ramponiere “narratore di storie” Charley Kinraid, ardimentoso e virile e dal commesso Philip Hepburn, serio e misurato. Sullo sfondo delle guerre napoleoniche che opponevano la Francia all’Impero Britannico, Monkshaven villaggio stretto tra terraferma e mare rappresenta le due opposte personalità dei pretendenti. Il marinaio Kinraid, sprezzante del pericolo e ribelle, che spesso si trova ad agire al di fuori della legalità e Philip, uomo di terra, venditore di stoffe che il mare lo osserva al riparo del negozio nel quale lavora.
Non solo “love affair” ma romanzo storico, dove la scrittrice pone l’accento su un odioso episodio, quello relativo alla coscrizione obbligatoria. Nell’Inghilterra tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX Secolo animata da un forte spirito antifrancese venne istituita la coscrizione obbligatoria che in tutto il Regno ”arruolava forze civili da affiancare nello svolgimento del loro dovere”. Le squadre di reclutamento della Corona inglese piombavano “con la violenza e l’ostilità di un esercito nemico” soprattutto tra le popolazioni del Nord-Est, dove gli uomini “erano attirati dalle possibilità di profitto offerte dalla caccia alle balene e dai commerci con la Groenlandia”. Per questo motivo l’autrice per la stesura della trama aveva condotto varie ricerche consultando libri sulla marineria e avviando anche una fitta corrispondenza con un residente di Whitby.
Molto nota nella sua epoca, Elizabeth Gaskell nella sua produzione letteraria si occupò spesso di problemi sociali e politici. Qui, l’autrice, figlia di un pastore unitariano e moglie del reverendo William Gaskell, intellettuale e progressista al quale il romanzo è dedicato “da colei che più di tutti conosce il suo valore”, si domanda il significato profondo dell’esistenza sintetizzato nell’esergo del volume, un verso del poema elegiaco di Alfred Tennyson In Memoriam (1850).
“Oh placabile e beatificabile sol con la tua voce! Quale speranza di risposta e di emendamento? Dietro al velo, dietro al velo!”.
Gli innamorati di Sylvia
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