I giorni dell’arcobaleno
- Autore: Antonio Skármeta
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2013
Il romanzo “I giorni dell’arcobaleno” (Einaudi, 2013) ripropone un tema già trattato: quello della dittatura. Antonio Skármeta racconta del Cile e di Pinochet che con un colpo di Stato si era autonominato Presidente attuando, negli anni del suo dominio, una forte repressione a qualsiasi opposizione. Nell’ottobre del 1988, però, in accordo alla nuova Costituzione del Cile, Pinochet acconsente a mettere in discussione, almeno in teoria, il suo mandato presidenziale: viene, infatti, indetto un referendum in cui si chiede ai cittadini di esprimere il proprio parere sul rinnovo del mandato, per altri otto anni, al Presidente. Il referendum pare un pro forma e il risultato scontato, anche perché si vota ma in regime dittatoriale.
“Il suo obiettivo sono quelli che hanno paura di essere filmati dentro le cabine elettorali, di venire pugnalati mentre stanno votando, gli indecisi che temono il caos”.
Eppure sono in molti a voler votare NO. Intorno ad alcuni fra essi ruota l’intera vicenda narrata. Il narratore è uno studente, Nico Santos, figlio di un professore di filosofia. L’uomo viene imprigionato all’inizio del romanzo e sparisce temporaneamente nel nulla con il rischio di diventare un desaparecido come tanti altri, poiché propone ai ragazzi idee innovative anche se tratte dalla filosofia greca, da Socrate, Platone, Aristotele e soprattutto dall’affermazione che
“Il bene è bene e la giustizia è giustizia”.
Alle vicende di Nico e suo padre si intrecciano quelle della famiglia di Adrian Bettini e di sua figlia Patricia, la prima fidanzata del protagonista. Quest’ultimo è costretto ad affrontare gli eventi da solo, con coraggio, tentando di mettersi in contatto con persone in grado di aiutare il padre. Bettini, intanto, viene contattato per una campagna pubblicitaria per il SÌ a Pinochet, per la quale rifiuta di collaborare. Verrà lasciato libero solo perché personaggio molto conosciuto. Riceve richieste anche per pubblicizzare il NO e, sebbene le sue idee siano, in questo caso, concordi, mille sono i dubbi e il timore che ci voglia tanto coraggio per convincere la gente a tale cambiamento.
Come persuadere un intero paese che non ha più speranza?
Proprio usando il suo simbolo, l’arcobaleno insieme ad un NO cantato sulle note di Strauss. Bettini dubita dell’efficacia del suo slogan e, inoltre, inavvertitamente, rischia di far cadere nelle mani della polizia il pericoloso materiale pubblicitario. Quell’arcobaleno e quelle note sono uno slogan forse un po’ troppo semplice, quasi banale, capaci però di raggiungere il cuore della gente. Il risultato delle elezioni è noto nella storia e non è solo dovuto all’acume e alla sensibilità di un pubblicitario ma al desiderio di un popolo di placare la tempesta, l’uragano, e far tornare il sereno nell’intera nazione.
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