I giovani non capiscono niente. POV tra boomer e generazione Z
- Autore: Scuola Holden con Guido Vitiello
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2024
Già POV è una difficoltà linguistica se non si è avvezzi con Internet e coi social. La mania dell’inglese, nei prossimi anni, sarà una necessità anche per un lavoro non qualificato. POV è l’acronimo di "point of view", punto di vista per discussioni e pareri.
I giovani non capiscono niente. POV tra boomer e generazione Z (Il Margine edizioni, 2024, curatela di Sarah Barberis e Lorenzo Carnielo) è il titolo provocatorio scelto per il libro scritto dagli autori della scuola Holden con intermezzi di Guido Vitiello, professore di materie cinematografiche all’università di Roma e giornalista di punta del quotidiano Il Foglio. Questo smilzo libro intelligente e interessante dà dei punti di vista, appunto, e fa parlare i boomer e la generazione Z.
A chi scrive non è propriamente chiaro in quale fasce stare, ma immagino tra i boomer, se non c’era Internet e i computer pesavano un quintale, mentre Facebook nasceva nel 2004. Ma è proprio cambiato il modo di pensare: prima, dopo la salute, la cosa più importante era il lavoro e formare una famiglia. Ora è importante l’armonia creativa, fare esperienze di tutto, anche con le pillole con dentro una droga, da quelle che fanno stare bene a quelle che ti portano direttamente al pronto soccorso. Prima, nei tempi del carrierismo, il sogno era lavorare come broker a New York, tenendosi svegli con la cocaina anche per fare una capatina in discoteca. Ma pochi potevano aspirare a una vita simile e dunque si scimmiottava l’abbigliamento yankee e le ragazze portavano spalline che nemmeno i generali dell’Unione Sovietica avevano mai indossato.
Guido Vitiello scrive:
"Il fattore discriminante che segna l’avvicendarsi delle generazioni non è l’anno di nascita di per sé e nemmeno la condivisione di qualche grande evento storico (la caduta del muro di Berlino nel 1989, gli attacchi dell’11 settembre nel 2001, la pandemia da covid-19), ma è il ciclo tecnologico in cui siamo gettati nel mondo"
Crescere davanti alla televisione o con un smartphone in mano significa vivere due vite diverse, anzi, coi social come Instagram vivi le vite che vuoi. Puoi ufficializzare il tuo nome di battesimo sui social ma viene registrato anche l’ennesimo doppione, con un nome inventato o mutuato dalle persone famose, dove l’identità si trova sgretolata in mille rivoli. E quindi i doppioni si sprecano.
Un mondo dove la complessità ci sta investendo senza sapere cosa accadrà non tra un secolo, ma tra vent’anni. Ora siamo ancorati al principio di identità e all’orientamento sessuale, ma saremo capaci di formare una comunità dove convivono cattolici, cristiani, musulmani, scintoisti e buddisti?
Questa sarà una grandissima sfida e non certo "l’ortografia inclusiva", scrive Guido Vitiello, che prevede che lo schwa diventerà un gioco per bambini. Chi scrive non crede che lo schwa diventerà uno zimbello per goliardate tra adulti e gioco per bimbi irrefrenabili.
E va bene, scriviamo le date giuste: i silent (nati tra il 1925 fino al 1945), i boomer (1946-1964), la generazione X (1965-1979), i millennial (1980-1994) e la generazione Z (1995-2012).
Ma veramente queste date di nascita possono essere monolitiche, statiche, irreversibili? L’ottantenne che usa Internet meglio di un nativo digitale è veramente l’eccezione che conferma la regola?
I giovani non capiscono niente. POV tra boomer e generazione Z
Link affiliato
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I giovani non capiscono niente. POV tra boomer e generazione Z
Lascia il tuo commento