Virginia Woolf. Le parole, il tempo, la visione di Luciana De Palma

Su Virginia Woolf si è scritto moltissimo: dei suoi libri e dei suoi amori, di Leonard, della casa editrice messa in piedi da lei e dal marito succitato. Luciana De Palma, consapevole che molte pagine sono state scritte sulla scrittrice, prende ad esempio tre opere dell’autrice britannica nel suo Virginia Woolf. Le parole, il tempo, la visione (Qed edizioni, 2024), che per l’esattezza sono La crociera, Le onde e Anon. Quella della De Palma è dunque una scelta ponderata.

Di famiglia benestante e più, l’autrice britannica sposa Leonard, con cui il matrimonio era una sciarada; rimasero però buoni amici e sodali nella casa editrice. Anche la relazione con Vita Sackville-West fu un disastro da un punto di vista morale e cattolico. Ma, in realtà, lei amava il marito, più di quanto pensasse.
La De Palma comincia col romanzo La crociera, per analizzarne il testo. In realtà, la scrittrice non trova le parole per dirlo; con La crociera ci stiamo avvicinando allo sperimentalismo dei primi anni del Novecento. Finite le feste, i pettegolezzi, la divisione delle classi, qualche volta partecipava agli eventi mondani, ma i mal di testa erano tremendi. Metaforicamente uccise le sorelle Brönte.
Molto più avanti, con il secondo conflitto mondiale alle porte, Virginia scrisse il suo capolavoro Le onde, prima pietra che travolse il romanzo ottocentesco, così come non riuscì a scrittori quali Henry James, Marcel Proust o Joyce. All’inizio del romanzo Le onde non avevano ancora il titolo così, ma Le Falene. Flusso di coscienza, lunghi periodi, Le onde è stato l’unico vero insuccesso e, come capita a molti scrittori, il libro che non vendono ma che trovano il loro miglior romanzo o il miglior saggio. E anche con tutto questo talento, Virginia capitolò.
Sembrava impazzita, disse Leonard, ma lei spesso aveva questi attacchi: la disperazione aguzza l’ingegno. Niente sedativi, doveva portare con sé solo cose pesanti, come pietre e sassi, anche se c’è quell’ abbaglio mortale che è in tutti noi, perché non possiamo essere noi stessi a salvare, a salvarci.
Luciana De Palma ha sfruttato tutto il suo ingegno di studiosa per una sua amica scrittrice e al contempo si tiene ferma, va contro l’acqua e ci racconta di lei, così amata.