I principi di Venezia
- Autore: Antonella Benvenuti
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
Non può non essere notato da chi passa a Venezia sul Canal Grande in fondo alla Giudecca il castello gotico che fu il Mulino Stucky, un imponente costruzione che fu voluta e costruita da Giovanni Stuchy, figlio dello svizzero Hans, padre di Giancarlo: una dinastia di breve vita, ma ricca, intensa, interessante, parte della storia non della sola Venezia, ma della economia e della società tra la metà dell’800 e il Fascismo, fino alla vigilia della Seconda guerra mondiale.
Il libro di Antonella Benvenuti, I principi di Venezia (Linea Edizioni, 2022), esauriente e molto ben documentato, ci accompagna attraverso le figure del poverissimo molinaro Hans, affamato bracciante svizzero, che giunge nel Veneto e comincia la sua avventura di operaio intorno ai sommovimenti politici del 1848.
Sposa la bella Domenica, una ragazza figlia illegittima, e hanno due figli: Giovanni e Barbara. Il primogenito sarà inviato con un tallero d’argento, come suo padre, a formarsi all’estero, e al ritorno a Venezia comincerà la sua carriera vertiginosa, sposando la contessa tedesca Antonietta, accumulando denaro e potere, divenendo presto uno degli uomini più ricchi della città lagunare, diversificando le sue attività economiche; non solo farina, ma anche molte altre attività, gestite da filantropo, amatissimo dai suoi dipendenti. Una sua debolezza: la relazione con la bellissima operaia Maria, un amore che ne sconvolgerà i sensi, costerà carissimo alla sua vita familiare e non solo a quella.
Il suo quartogenito, dopo le tre sorelle, Giancarlo, il sospirato erede di tanta fortuna, avrà vita difficile; completamente soggiogato dalla figura materna, in competizione col padre Giovanni che non riesce ad amare, si troverà ad assistere impotente alla sua drammatica uccisione nel 1910 per mano di un tale Giovanni Bruniera, subito catturato e condannato all’ergastolo, detenuto mezzo pazzo a Portolongone.
Se Giovanni Stucky era stato un imprenditore coraggioso, innovativo, capace, intraprendente, non altrettanto lo sarà il suo erede, che non riuscirà a far tesoro dell’eredità spirituale e della potenza del padre, anche perché i tempi sono mutati e l’avvento del fascismo sarà un ostacolo per una famiglia di origine svizzera.
Contemporaneamente alla crescita degli Stucky e del loro impero, l’autrice ci racconta la storia dell’assassino Bruniera, seguendolo nella emigrazione verso le Americhe, l’arrivo a San Paolo del Brasile, la condizione di semi-schiavitù in cui erano tenuti gli emigrati italiani, e infine il suo rimpatrio per poter fare il soldato.
Solo nell’ultima pagina del romanzo l’autrice ci svela il mistero di questo personaggio dalla vita drammatica.
L’epopea degli Stucky durante gli anni della Belle Époque e i racconti di quegli anni fortunati sono tra le pagine migliori del libro; ecco affollarsi alla Fenice per la Traviata di Verdi i più bei nomi della società veneziana, ecco arrivare a palazzo Grassi appena restaurato D’Annunzio e la Duse, Giuseppe Volpi, i Marcello, i Grimani, nobili e ricchi dell’ultima ora, in un momento della vita della città irripetibile.
Una sorta di romanzo storico quello di Antonella Benvenuti, in cui alla storia economica si affiancano le sfortunate storie d’amore dei protagonisti: Domenica, Maria, Antonietta, Gilda, tante facce della figura femminile in quegli anni in cui le donne contavano poco, o, in certi casi, troppo, come la contessa affamatrice degli operai che da loro viene uccisa.
Lunga ed esauriente la serie di note informative e la bibliografia che concludono la narrazione. Un bel libro, pieno di passione, di ingiustizie, di ricchezza costruita e persa. In sole tre generazioni.
I principi di Venezia
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