Il Tardoantico di Rene Pfeilschifter

Un mondo nuovo, un dio nuovo, una società che si trasforma, non ancora Medioevo, questa è la tesi dell’autore. I secoli tra il III e il VII sono contrassegnati da modelli in trasformazione, da cambiamenti che però non hanno modificato la struttura del Mediterraneo, prima degli Arabi e ora romano. È un’evoluzione della tesi del Pirenne quella che viene presentata da Rene Pfeilschifter nel suo saggio "Il Tardoantico".

Ricostruzione documentata di un periodo storico trascurato (la tarda età imperiale), è un’opera che riassume con impronta manualistica i principali avvenimenti dall’età di Costantino agli Arabi, cercando di vedere soprattutto le diverse sorti di Oriente e di Occidente romano e l’apporto barbarico.
L’autore riprende l’idea del Pirenne di un equilibrio romano messo in pericolo solo in seguito all’Islam. Si raccontano le vicende degli imperatori, in modo anche facile, ma non c’è una vera e propria critica degli avvenimenti che si susseguono in maniera piatta e poco convincente.

L’autore non sembra interessato ad una vera e propria opera storica, ma a una raccolta di aneddoti e storie che non danno origine ad una vera ricostruzione del periodo preso in esame. Questa scelta mi sembra un peccato, perché, a mio avviso, poteva essere interessante fare un discorso sulle fonti (e ce ne sono moltissime).
Libro da consigliare con molte riserve. Piacevole, se si vuole avere un’infarinatura, deludente se si vuole andare a fondo.