Il bacio di Swann. Ritratti d’autore
- Autore: André Aciman
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2023
Chi scrive avrebbe fatto "carte false" per accaparrarsi questo libro che ha come titolo Il bacio di Swann. Ritratti d’autore scritto da André Aciman (Ugo Guanda editore, 2023, trad. Valeria Bastia), solo per il riferimento a un celebre personaggio presente nella Recherche di Marcel Proust.
Scoprendo che tutto il libro è un omaggio agli uomini del passato, dove l’unica pecca, non imputabile a Aciman è la presenza minima, quasi un’assenza di donne con un contributo autoriale, mentre sono presenti nei romanzi come personaggi.
La vita di Aciman è bella e ricca di cose, incontri, di suggestioni; insegna Letteratura comparata alla New York University e vive con la famiglia a Manhattan. Ma ha studiato moltissimo, soprattutto negli anni del dottorato, quindi non avrebbe avuto bisogno di lavorare, ma ha cercato di essere sempre indipendente economicamente.
Questi splendidi ritratti iniziano riflettendo su ciò che avrebbe potuto essere nella vita di Aciman e invece non è stato. Che poi corrisponde a dei sentimenti che proviamo noi occidentali, nella nostra perenne corsa verso la felicità.
Lo scrittore anche se non lo esplicita con frasi fatte e finite, ci fa capire che questa rincorsa alla felicità, questa fretta, si estende in terre che non conosciamo, ma cominciamo a essere consapevoli che una vita simile a quella dell’autore la bramano altri milioni e milioni di persone. E quindi la pittura ci aiuta a comprendere nuovi colori e le mostre di Picasso e di Monet ci aprono gli occhi sulla quantità di bellezza che abbiamo accumulato nel tempo. La diatriba tra bello e brutto nelle città occidentali: lo scrittore si ricorda che a Broadway, sulla strada c’era una fila di senzatetto organizzati e se arrivava un homeless sconosciuto lo cacciavano dal posto del loro amico, in giro a mendicare, oppure una parte di Manhattan con case vecchie e malandate con la fogna a cielo aperto, che ora sono stabili di lusso per miliardari che hanno l’aereo sul tetto per muoversi.
Oppure l’amore folle di Aciman per l’Europa e le sue città: Roma grandiosa e stracciona o certi bistrot a Parigi piccoli con solo tre tavoli fuori, che bisogna conoscere la città per individuarli, per non parlare della San Pietroburgo ai tempi di Dostoevskij, una città piena di mendicanti e di ubriachi come sono descritti in Delitto e castigo, che poi è stata rinnovata da Zar completamente folli che misero a lavorare stranieri e russi chiusi in prigione, per viali interminabili come la Prospettiva Nevskij.
Una città che divenne il porto principale della Russia, che gli abitanti amavano come se fosse la vera capitale della Russia, e non Mosca che il sistema sovietico aveva stravolto dalle fondamenta lasciando solo il Cremlino intatto, mentre sulle strade della capitale file e file di case alte e tutte uguali di un grigio ordinario, dove vivevano e vivono tuttora i moscoviti che lavoravano per salari da fame, la cui unica soddisfazione era sapere che se una famiglia non aveva niente, perché erano tutte proprietà dello Stato, niente aveva anche il vicino odioso e così per metri e metri.
Ora che l’impero sovietico è collassato dopo la caduta del muro di Berlino, Mosca del centro città ha palazzi per miliardari che hanno fatto i soldi partendo dal contrabbando.
I ritratti delle città europee valgono il prezzo del libro e anche di più, perché con Aciman questi agglomerati urbani sono diventati opere d’arte, senza bisogno di entrare in un museo. Le grandi fattorie del Midwest americano trovano sorprendentemente in Aciman un autore che nemmeno le descrive, come se dicesse che non mancano gli scrittori bravi o addirittura geniali che hanno scritto nel nuovo millennio, come anche l’amore per le cose immobili di queste fattorie sta cambiando e la casa “dei signori Smith”, portati come esempio, che vivono tuttora come Francesca, la straordinaria donna incarnata dalla figura di un’attrice non più paragonabile ad altre colleghe come Meryl Streep nel film di Clint Eastwood, I ponti di Madison County.
Chi scrive ha dato la priorità ai ritratti di città europee, perché la formazione culturale di Aciman va in quella direzione fino a Fernando Pessoa e alla sua Lisbona. Eppure nel suo libro principale, Il libro dell’inquietudine, l’uomo moderno europeo esiste senza sapere perché è nato e morirà senza volerlo.
Come gli interpreti maschili di due film che lo scrittore ama molto, del regista francese Èric Rohmer, con La mia notte con Maud del 1969 e Il ginocchio di Claire del 1971. Ma ne ha girati molti, ma nessuno ha avuto il successo di Aciman per la pellicola tratta dal suo libro Chiamami con il tuo nome, con la regia di un italiano, Luca Guadagnino, presente alla serata Oscar del 2018.
Poi c’è il capitolo su Proust in cui l’autore si chiede quanto di biografico c’è, perché poi vuole arrivare a scrivere che la “Letteratura è menzogna”, per cui tanto è un capolavoro, tanto la menzogna si allarga come una macchia indelebile.
Ma è un’affermazione che fanno in tanti, sempre di più.
Poi scrive una considerazione sull’amore di Swann per Odette e la gelosia divorante verso questa donna, per cui si arriva a una delle battute più famose di tutta la letteratura mondiale, e chi scrive non lo sapeva di questo successo planetario, ovvero:
E dire che ho sciupato anni di vita, che volevo morire, che ho avuto il mio più grande amore, per una donna che non mi piaceva, che non era il mio tipo!
Ecco Proust non avrebbe detto niente oppure: “Mon dieu, questi americani!”
E avrebbe ragione, perché alla fine di questo splendido libro resta la voglia di leggere altri giudizi o pregiudizi sulla fortuna di essere nati in Occidente.
Il bacio di Swann. Ritratti d'autore
Amazon.it: 19,00 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il bacio di Swann. Ritratti d’autore
Lascia il tuo commento