Il circolo di Anna di Marco Severini

“Il circolo di Anna” (Zefiro, 2019) di Marco Severini è un libro documento, una testimonianza che propone avvincenti storie di donne che con coraggio e determinazione hanno dimostrato in tempi difficili di essere pari all’uomo.
Il titolo è un omaggio alla femminista ante-litteram Anna Maria Mozzoni, che per tutta la sua vita ha lottato per il riconoscimento del diritto di voto politico alle donne. Intorno a lei lo scrittore ha narrato la vita di altre ben diciannove donne vissute tra l’Ottocento e il Novecento. Donne che sono state capaci, in modo diverso, di precorrere i tempi ad affermare il proprio io femminile, ma anche e soprattutto a ribellarsi a regole e stereotipi che pretendevano la donna solo figlia, moglie e madre.

Si scopre così la storia di Elisa Comani, tra le prime a vedersi riconoscere l’ingresso nella carriera forense, a quella delle sarte eroine Alda e Mimma che, immerse in una quotidianità grigia e faticosa, salvarono ad Ancona migliaia di vite umane dalla barbarie nazista. Si conosce Faustina Bracci che, all’indomani della caduta della Repubblica Romana, difese l’onorabilità e i beni della famiglia dalla restaurazione pontificia e Giulia Lazzari Turco che spopola con i suoi libri di cucina affermando che la cultura gastronomica italiana può e deve affrancarsi da quella francese.
Ci si imbatte in Rosa Genoni attivista, pacifista, fondatrice di una serie di associazioni italiane per la donna e per la pace, ma soprattutto importante stilista italiana e giornalista e Anna Maria Benedetti che durante la Seconda guerra mondiale decide di andare in missione nelle zone più pericolose dell’Africa, diventando ispettrice della Croce Rossa Italiana.
Insomma, patriote, suffragiste, sindacaliste, intellettuali, artiste, ma anche donne comuni forse poco note, ma che hanno segnato il cammino lungo e ben lungi dal concludersi del “femminismo” in Italia.

Marco Severini, docente di Storia contemporanea all’Università di Macerata, ci regala dei ritratti storicamente puntuali e precisi, ma al contempo con bravura fa memoria di figure femminili rivoluzionarie per il tempo in cui hanno vissuto portando così alla luce un’Italia al femminile.