Il diacono King Kong di James McBride

Nel romanzo Il diacono King Kong (Fazi, 2023, trad. di Silvia Castoldi), James McBride trascina i lettori attraverso una serie di vite ed eventi nella New York di fine anni Sessanta.

Un cast di personaggi nella Brooklyn di quel decennio turbina in questo romanzo: sono i “piccoli” del crimine italiano e i membri della chiesa nera in pensione che costituiscono la maggioranza dei protagonisti: si incontrano, si confondono tra loro e, attraverso McBride, danno vita alla storia.
Il romanzo inizia nel settembre 1969. Cuffy "Sportcoat" Lambkin, un diacono della Five Ends Baptist Church, inaspettatamente spara a un giovane spacciatore.

Un nuvoloso pomeriggio del settembre 1969 fu il giorno in cui il vecchio diacono – per gli amici Sportcoat – uscì a passo di carica sul piazzale delle case popolari Causeway a South Brooklyn , piantò una vecchia colt calibro 38 in faccia a uno spacciatore diciannovenne di nome Deems Clemens e tirò il grilletto.
Nelle Causeway circolavano un sacco di teorie sul motivo per cui il vecchio Sportcoat – un tipo asciutto, ridente, dalla pelle bruna, che aveva tossito, rantolato, sghignazzato in lungo e in largo nel quartiere per gran parte dei suoi settantun anni – avesse sparato al più spietato spacciatore di droga che le Cause Houses avessero mai visto.

Deems non viene ucciso ma viene ferito. Sportcoat è un alcolizzato con problemi di memoria, mescola spesso passato e presente, e per il resto del romanzo non riesce a ricordare la sparatoria. Non è un tipo malvagio ma la sua mente, ottenebrata da anni di alcool, in particolare dal micidiale King Kong, uno speciale blend torcibudella, non è più completamente lucida.
I suoi turbamenti mentali sono accentuati dal fatto che il diacono spesso vede, comunica e discute con lo spirito della sua defunta moglie Hettie. Quando Hettie è morta, ha lasciato molte responsabilità a Sportcoat, inclusa la cura del loro figlio cieco Pudgy Fingers, e la sparizione di una scatola di soldi per il Club natalizio della Chiesa, una scatola introvabile con grande frustrazione per il protagonista e coloro che frequentano quel luogo.
La sparatoria rivela e ancor più provoca fratture nella rete di criminali e spacciatori con cui e per cui Deems lavora. Bunch Moon e il suo partner Earl cercano di vendicarsi contro Sportcoat per la sparatoria, ma vengono ripetutamente ostacolati.
Tutti sono sconcertati per il gesto, tutti, incluso lo stesso Sportcoat. Lo spacciatore, Deems Clemens, era un allievo preferito del diacono che, la domenica, lo allenava anche a baseball.
Ora, nella Causeway, tutti stanno solo aspettando che Deems si vendichi e perciò stanno evitando di trattenersi con Sportcoat, ma allo stesso tempo non segnalandolo, anzi, più volte facendo perdere le tracce all’ispettore Pots che lo cerca.
Pots, di origine irlandese, è vicino alla pensione. Coinvolto nella narrazione, è incaricato di indagare sulla sparatoria. Pots è il tipo che prima cercava di salvare il mondo, ma ora, con l’età e la saggezza, sa che a volte è impossibile.
Un altro personaggio importante, un malvivente conosciuto con l’appellativo di Elefante, riceve la visita di un vecchio gangster irlandese noto come il Governatore che si era preso cura del padre dell’Elefante mentre ambedue erano in prigione. Guido Elefante, padre del giovane gangster, era stato rilasciato dalla prigione prima del Governatore e, a quanto pare, aveva conservato un prezioso piccolo oggetto possesso del Governatore in attesa del rilascio di quest’ultimo. Sfortunatamente, nel frattempo, il padre di Elefante è morto e il gangster non ha idea di dove si trovi ciò che interessa all’uomo.
Dopo aver cercato a lungo dove è nascosto il pacco, Elefante, il cui cognome vanta origini genovesi, apprende da un’anziana donna di nome Sorella Paul, membro fondatore della Five Ends Church, che il pacco è nascosto all’interno di Five Ends, dietro un murale di Gesù, più precisamente, è “nel palmo della Sua mano”, frase che si ripete molto frequentemente in tutto il romanzo.

La statuetta di enorme valore cambia i destini di Elefante e del Governatore. In segno di gratitudine, Elefante usa parte dei soldi che ha guadagnato dopo la vendita del prezioso oggetto per rinnovare diverse parti della chiesa e poi sposa anche la figlia del governatore, Melissa.
Deems decide di lasciarsi alle spalle il mondo della droga e diventa un lanciatore di baseball di successo della lega minore. Sportcoat smette di bere e fa pace con il fantasma di Hettie. Parrebbe, in questo mondo così complesso, abbia luogo quasi una happy end ma non c’è più posto per Sportcoat che dà l’addio alla vita, un’esistenza in difficili condizioni.

Il diacono King Kong è narrato in terza persona, ma con precisione secondo il punto di vista di alcune figure di spicco, dei loro pensieri, emozioni e ricordi. I personaggi principali, oltre a Sportcoat, sono Deems e l’Elefante. Tuttavia, molti altri, maggiori e minori, riprendono e sottolineano le sfaccettature della storia. Jet, Sister Gee, Potts ed Earl costituiscono alcuni fra dei punti di vista della vicenda.
Questo libro è inondato di espressioni liriche, di umorismo , di vizi, di furfanti e di tanto altro ancora. La forza vitale di questo romanzo è sorprendente, la prosa è notevole e divertente nonostante la vicenda non sia così breve.

Il diacono King Kong di James McBride è un libro ben scritto e profondamente umano soprattutto perché sottolinea il lato buono nelle persone, non importa quante cose cattive abbiano precedentemente fatto.
Concentrandosi su personaggi estremamente vulnerabili, McBride fa luce nei lati oscuri delle esistenze. Quasi tutti ne Il diacono King Kong sono vittime di infanzie difficili.

McBride, da parte sua, mostra che questi personaggi hanno la capacità di crescere e, in alcuni casi, superare, almeno in parte, i loro traumi. C’è un senso di giustizia ne Il diacono King Kong, poiché i personaggi che cercano disperatamente il cambiamento tendono a trovarlo. Come dice a Sportcoat, sorella Paul, una donna ultracentenaria:

“Una benedizione aiuta quelli che ne hanno bisogno. Non importa come viene. Importa solo che lo faccia.”