Il filo d’oro. Storia della scrittura
- Autore: Ewan Clayton
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Bollati Boringhieri
- Anno di pubblicazione: 2014
Il filo rosso, per una volta, diventa d’oro, disteso lungo sul limitare dei secoli. Lo regge o lo avvoltola, a seconda dei casi, tale Ewan Clayton, prima di ogni altra cosa calligrafo, sorvolando a bassa quota le svariate ascensioni storiche della comunicazione scritta (“Il filo d’oro. Storia della scrittura”), il più longevo dei media stando agli oltre tremila anni sui quali si regge ancora benissimo.
Per dirla con le parole dello stesso autore “Il filo d’oro” si pone, in senso doppio, come un ex-cursus sulla “storia degli uomini che hanno cambiato la scrittura; e siccome noi siamo gli eredi delle scelte che loro hanno fatto, questa è anche la nostra storia”. L’indagine muove dunque dall’alba dell’uomo e dalle sue prime scritture per stato di necessità - dalle pareti rocciose di Wadi el-Hol, nell’Alto Egitto, per l’esattezza -, quindi scandaglia cocci, papiri, architravi marmoree, pergamena, tavolette di cera, carta cinese, per approdare ai pixel e ai muri sovra-incisi dei nostri giorni. Come dire, ogni cosa a suo tempo e a ogni tempo la sua calligrafia, la sua “forma” di espressione scritta. Gli strumenti mediante i quali è andata via via facendosi “corpo”, lettera, locuzione, slogan.
Vi va di sorbirvi ancora un breve elenco in ordine di tempo?: scalpelli, bacchette, piume d’oca, grafite, pennelli, caratteri mobili di piombo, stilografiche metalliche, penne a sfera del signor Bìró, macchine da scrivere rivoluzionarie, tastiere QWERTY, bombolette spray. Come titolava Vecchioni, insomma, “le parole non le portano le cicogne”, nel senso che il cielo anche stavolta non c’entra. Nel senso che le parole germinano, si intrecciano, si contaminano in maniera intrinseca al qui & ora della società, all’humus, alle storie degli uomini che le hanno partorite, e dunque alle storia che ha preceduto entrambi, gli uomini e le parole. Per dirla in altro modo: questo sarebbe “Il filo d’oro” secondo cui Clayton rievoca e reitera l’avventura del prodigio culturale chiamato scrittura. Anche in virtù del tema che sviluppa, il lavoro risulta affascinante: per l’indubbio statuto di saggio storico, in primo luogo, e per la puntualità certosina con cui si evolve, in secondo.
Edita Bollati Boringhieri nel 2014.
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