Il giovane Pertini, un eroe italiano. Un’odissea senza fine 1925-1943
- Autore: Raffaele Boianelli
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2021
Libri come mattoni di una comunità civile: fondata e diretta da Andrea Giannasi, dottore in storia contemporanea, Tralerighe è una casa editrice indipendente, nata nel 2013 col progetto di riannodare i fili col passato. Pubblica saggi, romanzi, diari e documenti per mantenere vivo l’interesse per la storia italiana del Novecento, le radici della nostra società.
Nella produzione di un marchio editoriale che s’impegna a “rinnovare le fondamenta della pietra d’angolo sulla quale ci siamo formati”, ha meritato attenzione Il giovane Pertini, un eroe italiano. Un’odissea senza fine 1925-1943 di Raffaele Boianelli (2021). È un profilo biografico particolare di Sandro Pertini, padre fondativo del Paese, esempio di forza morale e di coerenza politica, settimo presidente della Repubblica italiana nel 1978 e primo socialista massimalista eletto a una carica istituzionale dal secondo dopoguerra.
Il bambino malinconico, l’adolescente che preferiva Leopardi agli altri poeti, è rimasto fedele alle sue idee, a qualsiasi costo, in ogni circostanza della vita. Un uomo di acciaio, a differenza del coccio di cui hanno mostrato d’essere fatti tanti connazionali, voltagabbana, opportunisti, trasformisti, da “sempre fascisti”, come denunciava Giorgio Bocca.
La biografia fa luce sulla parte meno conosciuta della vita di Pertini, nato a Stella, in provincia di Savona, il 25 settembre 1896. È il periodo che va dal primo arresto per un opuscolo contro il regime fascista alla vigilia della stagione resistenziale. Secondo Boianelli, la storiografia ha dedicato poco spazio ai suoi anni di antifascismo “innato e viscerale”, che a suo avviso rappresentano la più bella prova di lotta politica, costata “tantissimo in termini di sofferenza, dolore e umiliazioni, dal 1925 al 1943”, in pieno Ventennio.
In quattro capitoli, si ritrovano innanzitutto le origini, nel suo contesto familiare borghese, per passare all’incontro con il socialismo, nel liceo di Savona, fino alla partecipazione coraggiosa alla Grande Guerra e all’adesione al pensiero social-liberale di Filippo Turati nel primo dopoguerra. Momento chiave del secondo capitolo, il delitto Matteotti, che scatenò l’antifascismo del giovane avvocato, da cui nasceranno le aggressioni fisiche e l’interdizione sociale decretata dal regime.
La terza sezione si sofferma sugli anni del carcere, dopo la condanna subita dal Tribunale Speciale: l’isolamento sull’isola di Santo Stefano, la reclusione nelle celle di Turi in Puglia, dove conobbe Antonio Gramsci e il ricovero nel sanatorio giudiziario di Pianosa, per l’aggravarsi della tubercolosi che lo affliggeva (contestò a mamma Maria d’avere chiesto al Duce la grazia per il figlio).
Infine, nell’ultimo capitolo, gli otto anni di confino politico nelle isole: Ponza, le Tremiti, Ventotene, sottoposto a controllo incessante, con pedinamenti ravvicinati. La caduta di Mussolini, il 25 luglio 1943, metterà fine al calvario politico-giudiziario, con la liberazione ad agosto.
In una lettera alla mamma, rimasta vedova, un appena undicenne Sandro aveva anticipato una definizione del suo carattere, ringraziandola per il buon insegnamento (le dà del lei, come si usava allora):
“Ho l’orgoglio di pensare che io le assomiglio molto: per temperamento, per devozione alla fede scelta, per volontà nel sopportare sacrifici e rinunce e per fierezza”.
Ci sono già il carattere fermo e il rigore intransigente autoimposto: sopportare tutto, per restare fedeli agli ideali e alla parola data. Era spesso ruvido con gli altri, meno però di quanto non lo fosse con se stesso.
Spicca nel volume la partecipazione alla guerra contro le potenze centrali, pur dopo aver manifestato contro l’intervento dell’Italia nel conflitto. Avrebbe preferito restare soldato semplice, ma la licenza ginnasiale lo obbligò ad assumere la responsabilità di ufficiale di complemento. Arrivò ventenne al fronte nell’estate 1917, sull’Isonzo, col grado di aspirante, poi sottotenente. Si distinse per il coraggio e il carisma, che gli assicuravano il rispetto dei soldati. Piccolino, gracile, ma tutto d’un pezzo, li trascinava letteralmente. Il comandante del Reggimento lo propose per la medaglia d’argento al valore, per avere guidato un assalto sul monte Jelenik, espugnando con pochi uomini postazioni austro-ungariche ben difese.
La rotta di Caporetto ostacolò l’iter e il fascismo ebbe l’alibi (documentazione smarrita nella ritirata) per ignorare il riconoscimento imbarazzante dell’eroismo di un sovversivo socialista. L’onorificenza gli venne conferita solo nel 1985. L’8 luglio 1978 era stato eletto a stragrande maggioranza al Quirinale. Sarà interprete spontaneo e indimenticabile del dolore degli italiani nel terremoto dell’Irpinia nel 1980 e della gioia nazionale per il successo degli Azzurri nei Mondiali di calcio dell’82in Spagna.
In un Paese che “per sua natura intrinseca e inconscia tende a dimenticare”, conclude l’autore, tutti, silenziosamente, ricordano. Secondo un sondaggio Doxa del 2000, Sandro Pertini è l’italiano del XX secolo per eccellenza.
Il giovane Pertini un eroe italiano. Un’odissea senza fine: 1925-1943
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