Il male non dimentica di Roberto Costantini

Siamo giunti all’epilogo della "Trilogia del Male", una delle più belle trilogie di matrice italiana degli ultimi decenni, si tratta de "Il male non dimentica" di Roberto Costantini.

Avevamo lasciato il protagonista Mike Balistreri a combattere contro le ombre e i fantasmi del passato, intento a risolvere casi di cronaca, ora che è a capo della Squadra Omicidi, ma anche casualmente costretto a riannodare le fila di personali ricordi e rimpianti.

“La condanna di ciò che eravamo diventa la nostra prigione.”

Se nel primo capitolo lo abbiamo conosciuto bello e spavaldo, nel secondo lo abbiamo "compreso" maggiormente, attraverso i racconti della sua infanzia e adolescenza in Libia, durante un periodo nevralgico anche per la storia Italiana più recente (abbracciamo un periodo che va dagli anni ’60 al 2011), qui deve finalmente chiudere alcune pagine della sue vite precedenti.

“I padri hanno il dovere di occuparsi dei figli e il diritto di sbagliare nel farlo. I figli hanno il diritto di difendersi e il dovere di capirli, prima o poi.”

La capacità di Costantini sta proprio nel riannodare le trame del racconto, ripetendo talvolta interi capitoli o brani dei libri precedenti, non costringendo il lettore a continui ripassi; la sua arte si coglie proprio nel modo in cui lo fa, sottilmente, con totale e innata nonchalance, con uno stile sobrio e incisivo, che non stanca mai ma che è anche talmente forte e duro da non mollarti fino alle ultime righe.
Forse questa bella "mano" ha un po’, almeno per me, del primo Faletti di Io Uccido, quello stile così "universale" da potersi adattare a qualsiasi storia, qualsiasi epoca, qualsiasi geografia!

Come tutti i libri che si amano, quando si arriva alla fine di questa bella trilogia, si prova un raro senso di abbandono, di nostalgia e il fervido bisogno di una pausa, per risentire ancora per un momento quelle voci divenute così familiari!

“Non sono stati persi questi anni. Non ci sono partenze, destinazioni, arrivi. Solo viaggi, se vogliamo viaggiare.”