Il male sulle scarpe
- Autore: Camillo Scoyni
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Tullio Pironti
- Anno di pubblicazione: 2015
La Roma dei quartieri frequentati dalla borghesia delle professioni, della cultura, dell’informazione, la Roma della zona Prati, fra i Parioli e il centro storico, è la location in cui il giornalista e scrittore di testi per i programmi della Rai Camillo Scoyni ambienta il suo thriller truculento “Il male sulle scarpe”. Protagonista è un celebre fisico dal curriculum ineccepibile, professore alla Sapienza, che sin dalle prime pagine viene presentato come un personaggio le cui manie pseudoreligiose rischiano di trascinarlo in una sorta di lucidissima follia, che lo porterà a compiere una serie di delitti spaventosi, di cui viene incaricato di occuparsi il commissario Enrico Vaciago, un elegante e abile poliziotto che comanda il commissariato di Prati.
L’autore inserisce nella storia una dotta competenza sulla fisica dei quanti, che potrebbe aprire strade inimmaginabili al progresso della tecnologia della comunicazione, dando il via a inediti modi di vivere per tutti, ma anche a pericoli spaventosi, se quelle idee giungessero in mani sbagliate ed è proprio quello che rischia di avvenire nelle avvincenti pagine del romanzo.
In una gioielleria di via Marcantonio Colonna vengono trovati uccisi il proprietario e i suoi dipendenti, in un lago di sangue, ma non solo: la vittima designata aveva subito una spaventosa tortura, nella sua gola era stato versato dell’oro fuso. Pochi giorni prima in una struttura sportiva sul Tevere, in piscina, sorte analoga ad un istruttore, sottoposto ad una tortura a base di acqua. In ambedue i casi, un biglietto era stato lasciato dall’assassino con versetti apparentemente farneticanti, che presto saranno decifrati da un esorcista a cui Vaciago si rivolge: si tratta delle profezie di Basilio di Kronstadt, uno strano monaco vissuto a San Pietroburgo nel XVIII secolo, un antesignano della condanna di ciò che oggi chiamiamo “consumismo”. Oltre ai proclami di questa sorta di antico “Profeta”, sui luoghi dei delitti restano anche dei foglietti a quadretti su cui sono scritte misteriose formule matematiche, di difficile decodifica per dei profani.
Intervengono il prefetto, i servizi segreti, tanto è il desiderio di rispondere quanto prima all’opinione pubblica impaurita da delitti che avvengono in pieno giorno, di fronte ad un pubblico sconvolto e impotente, in pieno centro di Roma: piazza Barberini vedrà presto un altro delitto atroce, che la polizia non riesce a prevenire.
Le vicende raccontate si complicano ulteriormente quando interviene la mafia calabrese, un gruppo di pachistani che lavorano per una multinazionale straniera, il servizio segreto francese: il fisico italiano che sta studiando le formule del superconduttore che rivoluzionerà la tecnologia viene corteggiato da molti, pur essendo un mistico squilibrato.
Il romanzo ci accompagna in giro per la Roma attuale: eccoci a via Ximenes ai Parioli, poi a via de’ Burrò, dietro il Collegio Romano, al Tempio di Adriano, al Pantheon, nelle trattorie del centro, in Vaticano, vicino la celebre farmacia, a piazza del Popolo, al caffè Rosati,
“ai suoi tavoli, consumando tra l’altro ben poco, perché erano degli spiantati, sedevano, negli anni Sessanta, i protagonisti dei movimenti letterari e artistici della cultura romana. Avevano attorno a sé schiere di appassionati e aspiranti artisti, con i quali formavano il gruppo di Piazza del Popolo. Si parlava d’arte e di letteratura, ci si accalorava, fino a sfiorare la rissa.”
Camillo Spoyni mostra di conoscere profondamente la città che ci racconta, una Roma che sembra dominare la fantasia dello scrittore, che ne indaga tutte le pieghe, anche quelle meno note, mostrandone l’indecifrabilità:
“Invece rimasero delusi. Roma si era richiusa alle spalle dell’assassino. Era sempre la solita, affaccendata e indolente, confusionaria, mille facce indistinte che si aprivano intorno a piazza del Parlamento... le automobili parcheggiate in malo modo in doppia fila, i motorini buttati sui marciapiedi, rendevano difficile seguire qualsiasi tipo di traccia…”
Una metafora della città dei politici inefficienti, della corruzione dilagante, dell’indifferenza di troppi cittadini, della presenza di una chiesa capace di messaggi troppo spesso ambigui, di una grande università, La Sapienza, luogo di troppi misteri insoluti. Poliziotti e giornalisti onesti fanno il possibile per sconfiggere un male che sembra avvolgere e permeare ogni istituzione, ogni ambiente, ogni parte della vita sociale di una capitale che si scopre, ogni giorno di più, in crisi profonda.
La scelta dell’editore Tullio Pironti di pubblicare in copertina un’opera di Renato Mambor dal titolo “Testimone oculare, 1995” dice molto sulla denuncia che il romanzo, sfruttando la popolarità del genere thriller, così amato dai lettori, vuole rendere palese a un pubblico si spera quanto più possibile vasto.
Il male sulle scarpe
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