Il mondo secondo Bob di James Bowen

Siete fra coloro che hanno amato “A spasso con Bob”, la storia vera del musicista di strada ed ex tossicodipendente James Bowen e di come il suo gatto Bob l’ha aiutato a ricominciare? Avete girato Londra con il loro libro in tasca, nella speranza di incontrarli e chiedere loro un autografo? Allora vi sarete sicuramente già procurati anche “Il mondo secondo Bob”, il seguito della storia, uscita a Marzo dello scorso anno.
I “numeri due” sollevano sempre diverse perplessità, a iniziare dal timore che la continuazione non sia all’altezza dell’originale. Si tratta di una paura che spesso si rivela fondata, ma non in questo caso. Come avevo già scritto a proposito del primo libro, non stiamo ovviamente parlando di un altissimo livello letterario, ma la scrittura di James Bowen è di buona qualità, piacevole e scorrevole, capace di catturare l’attenzione di qualsiasi lettore. Anche in questo secondo capitolo della sua storia, quindi, si respira la stessa atmosfera del primo libro: uno spaccato di vita del tutto sincero ma mai drammatizzato, raccontato con ottimismo ma senza nasconderne il lato, per così dire, oscuro.

Alla fine del primo libro abbiamo lasciato James quasi del tutto disintossicato dalla droga e tornato con più determinazione di prima al suo lavoro come venditore di Big Issue, il giornale dei senzatetto di Londra. La sua storia, e ovviamente quella di Bob, riprende dallo stesso punto, proseguendo con l’ultimo, definitivo passo verso la disintossicazione totale, il faticoso cammino verso una vita più normale e, infine, il colpo di fortuna arrivato con il contatto con la casa editrice e l’uscita del libro. In tutto questo, Bob è sempre, e molto più di James, il personaggio centrale, oltre a essere un vero e proprio faro per la sua esistenza. Bob è insieme figlio, amico, sostegno, creatura indifesa di cui prendersi cura, sentinella, attore comico, analista, medico e infinite altre cose.

Inizialmente, i capitoli paiono quasi slegati fra di loro, episodi che stanno tranquillamente in piedi anche singolarmente, e che sembrano avere l’unico scopo di evidenziare i molteplici insegnamenti che Bob ha impartito a James, e come quest’ultimo li ha recepiti. Poi, però, ci si rende conto che tutti questi piccoli episodi sono parte di un cammino che ha portato James Bowen a essere quello che è adesso: un uomo diverso. Quello che un piccolo gatto rosso gli ha insegnato ha dell’incredibile: la speranza, la responsabilità, la cura di se, l’autocontrollo, l’impegno, l’empatia.
Calarsi nella vita quotidiana dei due amici è divertente ma anche doloroso, davanti alla descrizione di un lavoro faticoso, da affrontare con qualsiasi condizione atmosferica e persino quando si è malati, perché non ci si può permettere di rimanere senza entrate. James vive una situazione precaria, in mezzo a pericoli di ogni tipo: ubriachi, rapinatori, piantagrane, ma anche invidie e calunnie da parte degli stessi colleghi che dovrebbero essere solidali con lui. Nessun problema viene taciuto o indorato: James racconta in modo preciso e senza fronzoli. In tutto questo, Bob gli rimane accanto senza cedimenti. Piccolo “guru” che istruisce con l’esempio, Bob non ha bisogno di parlare per comunicare con James, ma gli offre sostegno e amore incondizionato. Il lieto fine lo conosciamo tutti, ma mai come in questo caso non è importante la meta, ma il cammino. E non si tratta di retorica: solo di un racconto schietto e senza abbellimenti, che può insegnarci molto.