Il resto di niente
- Autore: Enzo Striano
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2016
Con “Il resto di niente” Enzo Striano ha voluto dare rilievo ad una figura storica, quella di Eleonora de Fonseca Pimentel, non sempre considerata con la dovuta attenzione e passata, forse, troppo spesso in sordina: un destino che, curiosamente, la accomuna all’autore del romanzo, semisconosciuto fino alla pubblicazione di questo libro, suo capolavoro indiscusso, un anno prima della sua morte, nel 1987.
Figura, quella della spagnola Eleonora de Fonseca Pimentel – napoletana d’adozione, poetessa e intellettuale, prima donna al mondo a dirigere un giornale politico, il Monitore Napoletano della neonata Repubblica napoletana del 1779 – che può considerarsi un grande esempio di forza ed eroismo femminile, vittima e martire di quella società napoletana di fine Settecento, retrograda e conservatrice, ostile al cambiamento, al progresso, agli ideali di libertà e democrazia, che proprio in quei decenni stavano cominciando a farsi strada nel resto dell’Europa, sulla scia della Rivoluzione Francese. Attraverso gli occhi di una donna forte e fragile insieme, che quasi si fa trascinare dal turbinio degli eventi che segnano un momento storico così importante, possiamo osservare una Napoli antica, vecchia ma familiare, incantevole, con impressionistiche descrizioni paesaggistiche, piene di colori, immagini vivaci e al contempo pittoresche, talvolta volutamente idealizzate, altre volte amaramente realistiche – aiuta qui uno stile descrittivo che procede per accumulazione. Al tempo stesso, tuttavia, ci troviamo di fronte ad una Napoli chiusa nelle proprie tradizioni, nella propria miseria, nella sporcizia, nell’ignoranza e nell’arretratezza, una Napoli che non vuole la Repubblica, non vuole la libertà, perché questo significherebbe rinunciare alla protezione del re, al quale essa preferisce sottostare pur di continuare a vivere la vita così come viene, alla giornata, lavorando al nero e rubacchiando. Perché la libertà è scomoda, è cara e difficile da gestire. Perché, per citare una delle frasi ricorrenti nel libro, che identifica appieno il popolo napoletano dell’epoca – ma che forse può ancora considerarsi attuale –
“«accossì adda i». Come dicono i lazzari: così deve andare. Tu non ce puo’ fa’ niente. Il resto di niente”.
Ciò che rende ancor più notevole “Il resto di niente” è sicuramente lo stile di scrittura: vivace, rapido, multiforme e multilinguistico, corredato di frasi in napoletano, francese, spagnolo, italiano, che contribuisce a dare un quadro completo di quella realtà composita e complessa che è la Napoli che viene coinvolta – direttamente e indirettamente – in movimenti ed eventi storici che vogliono cambiare il mondo: da un lato, quindi, troviamo il popolo misero e ignorante, che rappresenta la maggioranza, incurante di ciò che succede al di fuori del regno, che si culla nella sua oasi povera ma felice, che trova rifugio in lavoretti modesti e senso di sicurezza in un mondo che percepisce come immutabile; dall’altro lato vi sono i nobili e i borghesi intellettuali, una piccola minoranza animata dagli ideali del progresso sociale e civile, che vuole la rivoluzione come strumento di conquista di quelle libertà e di quei diritti umani che erano stati osannati nel corso della Rivoluzione Francese; e infine, a margine, vi sono i lazzari, che vivono in strada rubando, senza governo, senza figure di riferimento, senza una vera e propria integrazione con la società napoletana. In definitiva, un’inconciliabile frattura di ideali in un popolo diviso, che ricorda un po’ troppo, forse, una società a noi molto vicina.
Un libro illuminante “Il resto di niente” di Enzo Striano, per chi vuole conoscere Napoli e la sua storia e soprattutto per chi vuole comprenderla, capire le radici profonde dei suoi insormontabili problemi sociali.
Il resto di niente
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Potente romanzo che racconta la vicenda di una grande donna : Eleonora Pimentel Fonseca. Di costei non si sa nulla o quasi se non qualche riga sui libri di storia. Sarebbe il caso invece di far leggere ai ragazzi questo libro per capire il valòore della libertà.
Un quadro forte, graffiante, di una realtà sociale, quella napoletana dove spesso i ritratti di un passato e del presente si confondono. Sconcerto da parte mia di lettore molisano nel rileggere situazioni che ancora oggi vengono vissute con quel fatalismo antico e ineluttabile come se il tempo non fosse passato, quasi che la speranza di un cambiamento sia ancora impossibile.