Il riflesso del passato di Dan Chaon

Lungo, potente, angoscioso, tipicamente americano questo romanzo di Dan Chaon; Il riflesso del passato (NNEditore, 2020, trad. S. Castoldi) ci consegna la storia di alcuni personaggi che per lungo tempo restano nell’immaginario di chi ha letto con attenzione e partecipazione la loro storia. La maestria del narratore si coglie nella capacità di tenere insieme i tempi della storia, i vari personaggi, i luoghi diversi in cui ciascuno di loro ha vissuto, sofferto, affrontato vicende umanamente drammatiche. Non credo si possibile estrarre dal romanzo una trama, perché si tratta di seguire le vite dei protagonisti nel loro dispiegarsi, ognuno per suo conto, ognuno nel suo rapporto con la memoria del passato, che resta il tema centrale intorno a cui lo scrittore ha costruito la sua narrazione.

Jonah Doyle è il figlio secondogenito di Nora, una ragazza di ascendenza sioux. Prima di lui, da adolescente Nora era rimasta incinta di un compagno di scuola e dopo aver trascorso mesi in una casa per ragazze nubili aveva partorito un maschietto, che non aveva neppure visto perché adottato da una brava coppia. Jonah invece vive con il nonno e la madre ormai drogata, infelice, depressa, piena di sensi di colpa per aver abbandonato il primogenito. Quando Jonah ha appena sei anni, viene aggredito dal doberman domestico, Elizabeth, e sfigurato per la vita. Da adulto, dopo la morte della madre, cercherà di trovare il fratellastro, Troy Timmerman, che ricerca con tutti i mezzi e che riuscirà a raggiungere: l’uomo, che ha avuto una vita complicata dopo il divorzio dei genitori adottivi, si è sposato giovanissimo con Carla, hanno avuto un bambino, Loomis, ma la coppia di drogati non è in grado di mantenere il piccolo, che viene affidato alla nonna materna. Nella microscopica cittadina del Nebraska finiscono per ritrovarsi Jonah e Troy, che lavorano nello stesso bar, e Loomis con la nonna Judy: inconsapevoli della storia e del legame di sangue che li unisce.

Ci si avvia verso un finale tempestoso, che tiene i lettori in angoscia, che spaventa per la potenza del dolore, della disperazione, della solitudine, che vivono i protagonisti di questa vicenda che appare priva di speranza. Il riflesso del passato è il titolo scelto dalla traduzione italiana di Silvia Castoldi, in inglese suona invece The Remind Me of Me, e quel "Me" si riferisce a tutti i personaggi che popolano questa storia, nella quale “non c’è via di fuga, per nessuno, da nessuna parte”.

Cosa pensare dei riferimenti letterari da cui lo scrittore ha forse preso spunto? Faulkner? Harper Lee? Forse Dan Chaon è solo uno scrittore originale, che ha costruito un romanzo pieno di metafore, dalla struttura complessa, dove verità e bugie si rincorrono, da uno Stato all’altro delle enormi pianure americane, nei boschi, nelle autostrade desolate, negli scenari illustrati da Winslow Homer e da tanto cinema che scorre davanti ai nostri occhi, evocato dalle immagini piene di fallimento, sconfitte, solitudini, inadeguatezza delle vite dei personaggi così abilmente ritratti.