Il signore dell’universo di Raymond F. Jones

Raymond F. Jones appartiene alla generazione degli scrittori anni Cinquanta che si ponevano problemi sulla natura dell’autorità con risultati ottimi.
Quanto rimpiango la fantascienza classica degli anni Cinquanta. Nella seconda metà degli anni Settanta comprai alcuni libri della defunta casa editrice Libra tra cui Il signore dell’universo di Jones. È un testo che ricordo con piacere.

Siamo in un futuro abbastanza vicino (per certe cose nel presente). La Terra è nel caos perché la maggiore potenza, gli Stati Uniti, non ha un presidente che duri più di qualche settimana.
Nel frattempo in una base spaziale, Underwood e il suo team di scienziati studiano le reazioni di un pianeta quasi morto e scoprono una capsula che contiene un cadavere in ibernazione e un racconto in una lingua che viene spesso decifrata. Con un procedimento criogenico il presunto cadavere viene risvegliato. È Demarzule, signore di una civiltà morta da millenni oppure no? Forse è il rivale malvagio che ha preso il suo posto e allora non c’è scampo. Demarzule sembra aver domato i terrestri che lo adorano come un dio. La trama è complicata e non vado oltre.

Il libro è bello perché le tematiche dell’autorità e del potere economico sono ancora forti. I personaggi sono delineati e i dialoghi avvincenti.
Che dire? Il signore dell’universo è un capolavoro di un’epoca in cui la fantascienza aveva qualcosa da dire.