Il sognatore con l’elmetto
- Autore: Christian de la Mazière
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
“Credevo di avere congedato il mio passato, ma un mattino mi ha ritrovato”.
Incipit straordinario delle confessioni di un francese, più azionista anticomunista che collaborazionista nazista durante l’occupazione hitleriana dell’Europa, tanto da andare a combattere i sovietici arruolandosi nelle Waffen SS. Un fine guerra senza speranza di vittoria, in una sanguinaria caduta degli dei, sul fronte orientale, contro l’inarrestabile Armata Rossa in Pomerania.
Inarrestabile anche Christian de la Mazière (Tours, 1922 - Parigi, 2006), già militante del Partito francese nazionalcomunista, giornalista, combattente dalla parte degli sconfitti, condannato a dieci anni di carcere per collaborazionismo, poi impresario di un’agenzia di pubbliche relazioni molto attiva nel cinema francese e internazionale, anche amante di Juliette Greco e Dalida (l’unico particolare per cui era noto finora in Italia, ai tempi della presunta relazione della cantante con Luigi Tenco).
Le memorie raccolte ne Il sognatore con l’elmetto (Italia Storica, 2022), inedite fino all’iniziativa di Andrea Lombardi, editore genovese e ricercatore di storia, uscirono in Francia nel 1970, generando un grande successo di vendite e tante traduzioni, ma scatenando allo stesso tempo uno scandalo politico che ricadde pesantemente sull’attività dell’allora tanto popolare intellettuale francese.
Poco prima, aveva accettato di parlare della sua esperienza di volontario nelle SS in un film sull’occupazione nazista in Francia, che riuniva le testimonianze di reduci di ogni fazione. A quel punto, aveva sentito il bisogno di fare i conti con il suo passato, una volta smossa la cenere che credeva “ormai spenta”.
Stavano preparando una pellicola “su quei famigerati anni difficili che la storia aveva tanto semplificato. La Resistenza e la Collaborazione, i puri e i maledetti”. Nella confusione dei tempi, i francesi avevano dovuto prendere una decisione: come si erano comportati? “La verità diventava improvvisamente innumerevole e dolorosa, bisognava decifrarla attraverso il Dolore e la Pietà, come il titolo del film annunciava”. Dei cento volti della verità, Christian ne rappresentava solo uno, quello di un ex militare delle SS combattenti, uno scampato della Divisione Charlomagne, andata a farsi massacrare tra le nevi della Pomerania nella primavera del 1945.
Erano trascorsi più di vent’anni, aveva poco a poco rioccupato un posto nella vita. Ora il dopoguerra poneva interrogativi nuovi, che desiderava affrontare con spirito rinnovato: non aveva conservato nessuna nostalgia del suo passato, “soltanto un insegnamento: il disgusto del fanatismo e del sangue versato”.
Un sopravvissuto. Per altri, un veterano. In coda al lavoro inedito di Lombardi, il giornalista e saggista della destra francese Jean Mabire si dichiara “uno dei primi lettori” di de la Mazière e lo descrive “personaggio un po’ misterioso, con quel gusto sorprendente per gli occhiali da sole in pieno inverno e le giacche di pelle in piena estate”.
Dopo la lunga intervista nel documentario Le chagrin et la pitié, il playboy ha lasciato il posto a un uomo completamente diversa: quella di un giovane che sacrifica la carriera nei media per ricordare il suo aver vissuto pericolosamente. Considera sbagliato ritenere queste memorie un libro di guerra, sono invece quello che nel romanticismo i giovani scrittori tedeschi chiamavano romanzo di formazione: la scoperta della vita e soprattutto della morte da parte di un adolescente. Ancora più sbagliato vederle come “un appello per qualche ideale politico”. Il motivo per cui si era dato volontario nell’estate 1944 è scritto nero su bianco: dimostrarsi coerente con le sue convinzioni, mettersi alla prova.
Dopo l’intervista sullo schermo si era voluto interrogare sul perché a un certo punto della vita avesse fatto quella scelta. “Dovevo parlare di me e per me. Insomma, scrivere un libro”.
Un mattino dell’agosto 1944 guidava sulla strada per Nancy. Lasciava alle spalle Parigi, dove presto sarebbero entrati gli Alleati e andava a est, per raggiungere i volontari francesi che si riunivano per l’ultima battaglia. “Una decisione esaltante e strana”, non imposta dalle circostanze. Avrebbe potuto sparire dalla Francia, meglio ancora rendere alla Resistenza qualche favore, che gli era stato peraltro sollecitato. Ma davanti a quelle soluzioni agevoli, preferì la scelta estrema: “quando la casa è in fiamme, bisogna difenderla con ancora più energia”. Così facendo, agiva per fedeltà a se stesso, più che nel nome di una dottrina.
Il sognatore con l’elmetto è un libro crudo, che non risparmia particolari veri e scenari macabri di un’esperienza bellica tra le più estreme. Una sorta di anabasi nelle foreste baltiche.
Il sognatore con l'elmetto. Le memorie di un giovane volontario della Divisione SS «Charlemagne» nel libro-verità che scosse la Francia
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