Il sospettato
- Autore: Georges Simenon
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2019
“Il sospettato” (Adelphi 2019, titolo originale "Le Suspect", traduzione di Marina Karam) di Georges Simenon (Liegi 1903-Losanna 1989), fu pubblicato per la prima volta nel 1938 da Gallimard e edito in Italia nel 1940 da Mondadori.
“Ieri ho saputo che Robert aveva accettato una missione...”. Pierre Chave, che a teatro si occupava di tutto facendo il direttore di palcoscenico, l’attrezzista, il suggeritore e chissà quant’altro, aveva appena ricevuto una notizia che non avrebbe mai voluto ricevere. Nelle quinte del teatro il Barone aveva appena riferito a Pierre che Robert “il ragazzino” aveva ricevuto l’incarico di far saltare una fabbrica di aerei a Courbevoie. A Pierre era bastato ascoltare questa frase per decidere di partire immediatamente allo scopo di impedire quella che si annunciava come essere ai suoi occhi una missione suicida, pericolosissima, ma soprattutto senza senso.
Nello stesso momento la moglie di Pierre, Marie in Rue Snieder, a Schaerbee, un comune belga, stirava in cucina mentre il rumore della pioggia le faceva compagnia. Marie aspettava vanamente il ritorno del marito da teatro che di solito avveniva verso l’una di notte. Alla fine la donna si era addormentata con un braccio sul cuscino vuoto di Pierre. Nel frattempo sotto una pioggia che cadeva a scrosci Pierre pedalava, la sua bicicletta andava avanti indomita, rivoli d’acqua fredda scendevano dal collo nella sua schiena, i pantaloni gli s’incollavano alle ginocchia e il fango gli schizzava in faccia a ogni giro di ruota. Era meglio così, con questo tempo i doganieri se ne stavano riparati al chiuso. Pierre sapeva che la frontiera era distante trecento metri dopo una curva.
Giunto in stazione l’uomo aveva atteso un’ora il treno della notte proveniente da Berlino, che aveva accumulato ritardo alla frontiera. In tutti gli scompartimenti c’era gente che dormiva e a Pierre non era stato facile trovare un posticino libero sull’orlo di un sedile bagnato, dove si era sistemato senza far rumore. Era solo la forza di volontà che conduceva Pierre verso la Francia, dove tra l’altro era ricercato per diserzione, solo per impedire a un ragazzino di compiere un gesto orribile. Il gesto di Pierre invece era nobile e anche ad alto rischio, la polizia era sulle sue tracce e i suoi stessi compagni anarchici sospettavano di lui.
Sapeva che tutti i suoi amici erano schedati e più o meno sorvegliati.
In questo romanzo che assomiglia a un thriller di alta classe, il grande autore belga al pari di un meccanismo ad orologeria compone una serie di scene ad alta tensione, che tengono il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina. Il personaggio di Pierre Chave, l’anarchico che deplora la violenza, dimostra ancora una volta come sia illogico adottare il terrorismo politico o quello globale come strumento di lotta. Allora come oggi.
Non le chiedo di tradire suo marito. Le chiedo di salvarlo...
Il sospettato
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