Il terzo giorno
- Autore: Lamberto Bava
- Genere: Fantascienza
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2020
Indotto dallo sceneggiato televisivo che mi incollava alla tv, il primo romanzo pandemico che ho letto è stato I sopravvissuti di Terry Nation. E prima ancora dei classici che ho recuperato e che cito in sintesi a saltare (Il grande contagio, La nuvola nera, La nube purpurea ecc.) ho letto L’ombra dello scorpione di Stephen King, che mi è piaciuto un sacco malgrado la mole. Dopo il filone sociale, il sotto-filone del contagio virulento è quello che più prediligo della sci-fi. Se avessi letto Il terzo giorno di Lamberto Bava (Cut-Up Publishing, 2020) diciamo un anno fa di questi tempi, quando cioè le angosce da Covid-19 non si intuivano ancora, lo avrei archiviato fra le letture gradevoli e senza pretese alle quali mi dedico di tanto in tanto Copertina post-apocalittica su sfondo capitolino (un Colosseo illividito dall’apocalisse), trama pedissequa ai canoni del genere (virus sconosciuto e popolazione decimata, stavolta, attraverso sintomatologie splatter), stile lineare e scorrevole: alla luce cupissima del contagio (reale!) che sta scuotendo il pianeta, Il terzo giorno ha finito con instillarmi inquietudini aggiunte. E più che le insistite panoramiche apocalittiche di cui Bava si rivela ampio descrittore, credo c’entri la paura inconscia che quanto tracciato nei romanzi etichettati come di fantascienza apocalittica possa succedere davvero e possa succedere adesso.
Non mi è dato sapere se Il terzo giorno è figlio del lungo lock down primaverile, se si tratta, o meno, di un instant-book ispirato dalla cronaca virale di quel periodo: quello che so è che si legge di filato e con il vago senso di paura che accompagna le letture del genere, accresciuto dal quotidiano bollettino dei contagi in cui siamo incappati. Riepilogando. Fra le sue pagine dunque troverete: il morbo che falcidia il mondo in una manciata di ore; anti-eroi e anti-eroine che hanno un bel daffare per sopravvivere al crollo delle civiltà e venire a capo della faccenda (cioè conoscere la genesi del virus); una comunità di sopravvissuti che, decenni dopo il grande contagio, fa tesoro degli sbagli e vive assecondando uno stato di natura sacrificato prima a profitto e violenza. Suspense, pathos e suggestioni orrifiche a volontà. Il terzo giorno contiene i topoi della narrativa del terrore e della sci-fi post-apocalittica, lo sfondo italiano e la sottotraccia a tesi eco-salutista che, oggi come oggi, non guasta mai.
Un romanzo plumbeo e perturbante quanto basta. Nessuna altra pretesa se non quella di tenervi seduti alla poltrona per vedere come finisce, ma vale la pena.
P.S. Essendo un lettore intermittente di "Nocturno" (periodico da edicola incentrato sul cinema popolare italiano), ho sorriso dei calembour onomastici appioppati a due personaggi che richiamano uno il co-fondatore della suddetta rivista, l’altro Lamberto Bava medesimo. Evito di aggiungere altro per non rovinarvi la sorpresa.
Il terzo giorno
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