Il verso dell’amore. Un’indagine dell’ispettore Alfredo Corpaci di Lucia Corsale

Con grande senso dell’umorismo Lucia Corsale, giornalista e scrittrice siracusana, racconta, nel romanzo Il verso dell’amore. Un’indagine dell’ispettore Alfredo Corpaci pubblicato da Europa Edizioni nel 2023, una storia gialla ambientata in un piccolo centro siciliano.
Come già preannuncia il sottotitolo, la vicenda narrata ruota intorno a un’indagine compiuta dall’ispettore Alfredo Corpaci, personaggio tutt’altro che eroico, per tanti aspetti buffo, pieno di fisime, ben radicato nella comunità paesana e dotato di un buon talento investigativo.

La vita grigia dell’ispettore Corpaci, regolata dalle abitudini alle quali è molto affezionato, scorre senza vette e senza abissi, in un flusso di simpatie e antipatie, di conversazioni che vanno dall’umoristico al grottesco, in una sorta di commedia dialettale che durante la lettura sembra di veder rappresentata sul palcoscenico: l’autrice è infatti abilissima nel mostrare al lettore i personaggi in azione, con la loro mimica, i gesti, l’andatura, i tic; ci fa sentire la loro voce.
A fare da sfondo, facciate di palazzi eleganti, interni borghesi e casupole misere, viuzze e strade del centro.
A proposito della lingua parlata dai personaggi e dallo stesso narratore onnisciente, va detto che Lucia Corsale adopera un gustoso impasto di italiano regionale e dialetto siciliano, con improvvise aperture verso l’italiano letterario che offrono al lettore immagini vivide come, per esempio, quella della spigola che l’ispettore buongustaio ha appena comprato; il pesce sembra volergli parlare.

“Ha l’occhio fisso e indagatore: il pescatore ha compiuto il misfatto, tu mi condanni all’agonia”.

Il ritmo della narrazione è quello della vita reale, con i suoi momenti di stasi, la lentezza e le accelerazioni improvvise, i riti sociali di una cittadina in apparenza sonnolenta ma percorsa da correnti sotterranee di sentimenti negativi. I personaggi sono accattivanti pur nelle loro meschinità o forse proprio a causa di queste, perché li si sente veri, antieroici e quindi autentici.
Per la vivacità dei dialoghi, per la caratterizzazione psicologica dei personaggi, per l’amara allegria Il verso dell’amore ricorda il teatro di Eduardo De Filippo più che il teatro dialettale siciliano e, per certi versi, quello di Pirandello, in cui niente e nessuno è come appare.

Dalla morte del giovane Santo Bibbia, che sembra accidentale, nasce l’indagine che Alfredo Corpaci, non appagato dalla ricostruzione più comoda e rapida, si ostina a condurre. Seguendo il suo fiuto, indizio dopo indizio arriverà a scoprire la verità con le sue molteplici facce. Altre vicende ‒ anche quelle personali dell’ispettore ‒ si intrecciano al filone principale, in una rappresentazione varia, divertente e a tratti malinconica della vita di una piccola comunità cittadina.

Lucia Corsale sorride ironica, senza giudicare i suoi personaggi e le loro vicende di amori segreti, di relazioni fondate sulla convenienza, di ipocrisia, di vuoti che ognuno si ingegna a riempire come sa, come può.