Indagine sull’aldilà. Vita oltre la vita
- Autore: Ade Capone
- Anno di pubblicazione: 2013
Non me ne voglia nessuno, ma credo che alla fine sia tutto riconducibile allo stramaledetto emisfero sinistro del cervello, quello deputato alla formulazione dei concetti razionali, intendo. C’è chi ce l’ha particolarmente sviluppato e allora niente da fare: fatica terribilmente a bersi favole del tipo asini che volano e anche a godersi i film della serie Henry Potter, se è per questo. Non è questione di pregiudizio, di buona o malafede, di avercela con quelli in cui - invece - è l’emisfero destro (quello dell’inconscio e della creatività) a dettar legge. Per dirla in altre parole: se sei un mancino cerebrale non riesci a prestar fede a ciò che non vedi e non tocchi di persona, punto e basta. Non ricordo nemmeno da quand’è che la mia parte sinistra del cervello l’ha sfangata sull’altra e sul bisogno dell’essere umano di ricondurre l’apparentemente inspiegabile entro coordinate seducenti/consolatorie ci metterei, quasi, la mano sul fuoco.
Il libro di Ade Capone “Indagine sull’aldilà” inaugura la collana “I libri di Mistero” dell’editrice Priuli & Verlucca ed è un concentrato assoluto di casi e teorie paranormali, assemblati a sostegno della tesi c’è vita dopo la morte e l’aldilà (qualunque cosa voglia dire) esiste, alla faccia del CICAP e dei razionalisti pure. Già a partire dall’introduzione di G. Pinketts me la sono vista, dunque, brutta, faccia a faccia con visioni pre-morte, case infestate, fantasmi di uomini e animali, reincarnazioni: l’armamentario mainstream del “Mistero” tv al gran completo, per capirci, e non è che mi aspettassi meno, date le credenziali di Capone (è tra gli autori del programma). Giuro, però, che ci ho provato a centellinarmi la sua inchiesta - peraltro ottima, farà felice i fan della trasmissione e gli inclini a confidare nell’esoterico -, senza battere ciglio, ad addentrarmi tra le sue pagine con la serenità indispensabile alla formulazione di un giudizio oggettivo: non sempre ce l’ho fatta, anche se questa è tutt’altro che una stroncatura.
Il volume “acchiappa” (eccome se acchiappa), si legge d’un fiato, ha persino una parvenza scientifica, vanta onestà di fondo, è il sottoscritto che non se la cava di fronte a poltergeist, sensitivi o investigatori dell’occulto (Martin Mister e Dylan Dog a parte), il problema è tutto mio, riconducibile a quella dannata zona sinistra del cervello dalla quale siamo partiti. Parafrasando Jung, non penso di commettere la stupidità di considerare frode tutto ciò che non sono in grado di spiegare, eppure continuo a dubitare di ciò che non passa al vaglio della ragione. Chissà, forse se mi decidessi ad andare in visita al maniero di Montebello, in Romagna, il prossimo solstizio d’estate (21 giugno) e udissi con le mie orecchie i gemiti del fantasma della piccola Azzurrina…
“Esistono due tipi di scettici: - scrive Capone al punto di tirare le somme - quelli che pur non credendo a nulla che sia paranormale o misterioso in senso lato, riconoscono che per certi fenomeni non c’è una spiegazione. O quantomeno, ammettono di non avere abbastanza strumenti per indagare. E accettano di continuare a discuterne. L’altra categoria è formata dagli scettici che una spiegazione razionale vogliono darla per forza, a costo di negare l’evidenza”.
Mi sono più volte occupato di libri che trattano di misteri (vedi la mia pagina personale su Sololibri), spero sinceramente di appartenere alla prima categoria di increduli.
Indagine sull'aldilà. Vita oltre la vita
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