Inquisizione, eresia e magia nel tardo medioevo
- Autore: Vincenzo Tedesco
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2020
Si spostavano a cavalcioni di una scopa, oppure in groppa a un capro, un lupo, o qualche altro essere di fattezza zoomorfa. Con loro molto spesso viaggiava il diavolo. L’iconografia sulle streghe abbonda di immagini di questo tipo. Chiamati a contrastarle per la loro eresia, gli inquisitori si davano un gran daffare, battendo in lungo e in largo l’Europa medioevale. Altrettanto florida è la loro rappresentazione, consolidatasi attraverso l’immaginario pittorico e narrativo: neri come la morte che talvolta somministravano. I più zelanti fra loro vantavano numeri da macellaio più che da prelati: uno studio del Witchcraft and magic in Europe (2002), riferito agli anni che vanno dal 1450 al 1750, parla di circa quarantamila persone (fra uomini e donne) finite sul rogo per reati succedanei a quello principale di eresia. La puntualissima indagine che Vincenzo Tedesco concentra sugli anni relativi al basso medioevo (tra l’anno 1000 e il 1492) ha il merito di non farsi tentare dalle mitologie suggerite dal “caso”: Inquisizione, eresia e magia nel tardo medioevo (Edizioni La Vela, 2020) è uno studio accademico in cui l’esposizione risulta funzionale al rigore storico. Se si tiene conto che, per relativa carenza di fonti, il basso medioevo risulta il periodo meno approfondito dalla pubblicistica di settore e che lo sviluppo dei trattati inquisitori affiora invece dalle pagine di questo libro con estrema oggettività, si arriva a cogliere, senza tema di smentita, il contenuto serio del lavoro.
“Il tema che si intende approfondire in questa sede riguarda un aspetto tra quelli relativi ai giudici della fede, ossia il rapporto tra l’Inquisizione e il concetto di magia per come venne inteso da un organismo specialmente deputato al controllo del dissenso di natura religiosa nella sua evoluzione durante i primi secoli di attività. La pietra angolare di questo percorso è costituita dal nesso che si venne a instaurare tra la magia e l’eresia in quanto devianza di natura dottrinale, che fece ricadere le varie pratiche magiche sotto la giurisdizione inquisitoriale”. (pp. 13-14)
Mi sembra un dato rilevante: l’Inquisizione non si dedica all’esclusiva eradicazione dell’eresia, ma anche a contrastare un vasto novero di reati, in primo luogo i reati connessi alle pratiche magiche, in quanto, si credeva, dettate dal diavolo. Una volta accertata la presenza della colpa, le condanne previste dal diritto inquisitoriale variavano di portata: dalle forme di penitenza di diverso genere, all’abiura, fino – nei casi più gravi – alla condanna a morte.
In ultima analisi: se siete alla ricerca di divagazioni fantasiose su maghi, streghe e i loro persecutori questo non è un libro che fa per voi. Inquisizione, eresia e magia nel tardo medioevo non è nemmeno un saggio divulgativo, quanto piuttosto di manifesta discendenza accademica. La sua prosa sgorga però accessibile anche per i profani e si apprezza con interesse.
Inquisizione, eresia e magia nel tardo Medioevo
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