Inseguendo un’ombra
- Autore: Andrea Camilleri
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2014
Sembra di entrare nella bottega di un alchimista. Quella descritta appartiene a Nissim, il cui figlio Samuel bel Nissim Abul Farag è un ragazzo colto: tra "notarikon", "gematria" e "temurah", oltre all’ebraico, conosce il greco, il latino, il caldeo e l’aramaico. Siamo nella judicca di Caltabellotta, dove nel XV secolo le parlate correnti sono l’arabo e il siciliano. Il padre lo istruisce nei misteri della qubbalάh. Gli scritti di riferimento sono il M’aseh merkabah, la visione di Ezechiele e il Sefer ha-Zohar. E’ a partire da questa atmosfera impregnata di cultura esoterica che, con una scrittura scattante, si sviluppa l’intreccio del libro “Inseguendo un’ombra” (Sellerio, Palermo, 2014), dove campeggia la figura d Samuel Ben. Egli è un quindicenne intraprendente. Si mostra freddo calcolatore e sottile, perverso ragionatore e dedito a pratiche omosessuali; dotato di un ottimo intuito, conosce i segni della natura, vuole decifrare i segnali della realtà sul suo destino. Gli incontri furtivi e saltuari con frate Arrigo sono determinanti per il suo futuro. Per sottrarsi all’arresto, avendo compiuto un omicidio, chiede asilo al convento dov’è il frate che da tempo operava per la sua conversione al cristianesimo. Educato alla retorica e alla dialettica, a Catania viene battezzato con il nuovo nome di Guglielmo Raimondo Moncada. E’ a questo punto che la narrazione si interrompe, giacché Camilleri espone la genesi dell’opera. Le notizie che egli in merito fornisce intrigano e seducono. Era stato Leonardo Sciascia in alcuni dei suoi scritti ad inseguire un’ombra, l’ombra appunto di un ebreo siciliano di Girgenti che si fa battezzare cristiano. Anche il nostro scrittore si lascia coinvolgere in questo sfuggevole e misterioso personaggio e si presenta come “uno che s’inventa e racconta storie”. L’approccio è d’un “contastorie” o del “romanziere”. Invenzione letteraria, dunque, la sua che prende il via da una figura realmente esistita, ma su cui erano state fatte soltanto ipotesi sfuggenti e di mutevole identità. Il percorso da lui intrapreso non è pertanto di ricerca storica o ambientale; l’intento, che ha l’appiglio in una frase di
Italo Calvino e verte sul personaggio visto in modo pirandelliano, è così dichiarato: “Affrontare cioè il segreto di un così complesso personaggio con le armi della narrazione. Come se fosse non realmente esistito, ma come un’invenzione interamente partorita da me. E del resto invenzione non viene da invenire, che in latino significa riscoprire, ritrovare?”.
Lo sguardo narrativo punta sui continui mutamenti di Samuel-Guglielmo-Flavio, nonché sulle motivazioni delle sue sorprendevoli metamorfosi. A seguito di esperienze e disavventure, nel pieno della cultura umanistica, raggiunge il vertice della celebrità, ma altri oscuri eventi lo spingono a cambiare il nome e il proprio cammino. Diventa quel Flavio Mitridate che insegna a Pico della Mirandola i segreti della cabala e le lingue orientali. Qual è il rapporto tra i due? Quale la sua fine? Il giallo resta tale e tale si svolge nella poderosa scrittura di Camilleri che lo mostra delizioso dissacratore; l’ombra, avvolta nel mistero, ha una sciarada di nomi da decifrare.
Inseguendo un'ombra
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