Una voce di notte
- Autore: Andrea Camilleri
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2012
Incontriamo Salvo Montalbano nel giorno del suo compleanno. Ha appena compiuto cinquantotto anni, ma le cose non gli vanno proprio bene: l’immaginazione si accanisce contro di lui e a ciò si aggiunge l’incontro, lungo la strada per Vigàta, con uno strano automobilista, Giovanni Strangio, figlio del Presidente della Provincia di Montelusa che, provocandolo, mette a dura prova il suo controllo.
In commissariato viene informato di un furto commesso, di notte, in un supermercato della cittadina. Dagli accertamenti risulta la sottrazione dell’incasso, ma gli inquirenti non riscontrano segni di effrazione.
Comincia così il romanzo “Una voce di notte” (Sellerio, Palermo 2012), dove il dato esteriore rispetto alla narrazione giallistica è stavolta ridotto al minimo. Il commissario, infatti, oltre a mostrare sin dall’inizio dell’indagine spiccate competenze investigative, si rivela via via sempre più dotato di ottimo intuito sia nella ricostruzione di scene delittuose sia nella condotta degli interrogatori in cui è immancabile il “carico da undici”.
“Complimenti vivissimi, maestro, il suo è stato un interrogatorio da manuale” gli dice Augello, riferendosi all’incalzante dialogo tra Montalbano e Borsellino, che in quel supermercato era stato assunto come direttore su sollecitazione dell’onorevole Mongibello. Il giorno successivo viene trovato impiccato nel suo ufficio. Si tratta di suicidio? Il medico legale, dottor Pasquano, nutre in merito dei dubbi. Cosa si nasconde dietro quel furto? Apprendiamo che del supermercato era proprietaria una società fatta di prestanomi “in quanto quelli che veramente ci avivano mittuto i dinari appartinivano alla famiglia Cuffaro. La quali, con l’avvirsaria famiglia Sinagra, si spartiva l’affari di Vigàta”. Perciò nessuno si sarebbe mai sognato di andarvi a rubare. Il direttore, dunque, sapeva e ha preferito tacere, togliendosi la vita? Intanto Montalbano è alle prese con il legale di Giovanni Strangio contro il quale aveva sporto denunzia invano, data la protezione da lui goduta.
Ai soliti nemici da combattere (“Uno, la sdilinquenza comuni; dù, gli omicidi occasionali; tri, la mafia; quattro, i deputati collusi con la mafia”) si doveva però aggiungere l’avversione nei suoi riguardi di Pippo Ragonese, opinionista di “televigàta”, nonché l’ostilità del questore, pronto a cedere a pressioni esterne, pur di non vedere compromessa la carriera. Assoluto lo scetticismo del nostro commissario sulla casta politica e totale lo sdegno rivoltoso che gli provoca, senza un minimo cedimento alla resa. Le reazioni, in fondo, egli manifesta di ogni cittadino onesto. Nel frattempo, la scomparsa della guardia notturna Tumminello, che sicuramente durante il servizio notturno aveva visto qualcosa di cui non avrebbe mai dovuto parlare, rende di crescente coinvolgimento il ritmo narrativo. Non a caso, in un sogno bizzarramente elaborato dall’inconscio sulla base di film da lui visti, Montalbano è protagonista di scene della Chicago degli anni Trenta. Fa la sua comparsa Giovanni Strangio che si reca in commissariato per denunciare l’omicidio della sua fidanzata, da lui trovata morta accoltellata, nell’appartamento dove convivevano. Nel corso dell’interrogatorio, lo stesso rivela un alibi di ferro...
Negli ultimi capitoli, le tessere del mosaico, oltre le apparenze, sorprendentemente si ricompongono con la massima chiarezza sulla dinamica dei crimini commessi. Eppure, il senso del disagio si insinua nell’animo del nostro commissario. A inquietarlo è un profondo senso di colpa:
‘Na voci di notti che avrebbe potuto essiri benissimo quella della stissa sò coscienza.
Ancora tre indagini per il Commissario Montalbano: La voce del violino-La gita a Tindari-L'odore della notte
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