La setta degli angeli
- Autore: Andrea Camilleri
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2011
Un fatto accaduto in un paese della Sicilia all’inizio del Novecento acquista notorietà nazionale al punto da coinvolgere esponenti politici e religiosi tra i quali Filippo Turati e Don Luigi Sturzo. A darne notizia è Camilleri nelle tre paginette alla fine de "La setta degli angeli" (Palermo, Sellerio, 2011), dove puntualizza il rapporto tra invenzione e realtà. L’introibo rappresenta una gustosissima scenetta nell’ambiente amato dagli scrittori siciliani: il Circolo con le sue insulsaggini, topos già utilizzato dal nostro autore in precedenti opere. La scrittura, scattante e surreale, inventa contesti e personaggi in un paese appena abbozzato: grandi latifondi e nobili, otto chiese rispetto ai settemila abitanti e rivalità attorno ad esse. Intanto al circolo viene rigettata la domanda di ammissione presentata da Matteo Teresi, il cui profilo di giornalista anticlericale, nutrito di socialismo umanitario che difende i morti di fame, viene scoperto via via dal lettore attraverso situazioni e dialoghi. Per questo il parroco tuona contro il “giornalucolo” di un avvocato dove “si irride al matrimonio e alla verginità”. Tante le microstorie intrecciate in un ampio affresco che, tra il grottesco e il gusto erotico, si susseguono dopo l’arbitraria diffusione della notizia concernente l’epidemia di colera. Additato come untore è Teresi. L’agitazione popolare, sostenuta da un sacerdote, non si fa attendere. Nel frattempo, il capitano Montagnet Eugenio, piemontese, è incaricato della tutela dell’ordine pubblico messo in pericolo dai saccheggi. Anche se l’intervento fa venire in mente l’anomalo comportamento di Bixio nella novella di Verga “Libertà”, il suddetto militare si mostra integerrimo nel condurre l’inchiesta su chi ha diffuso per primo la falsa notizia dell’arrivo del colera e sul prete responsabile della rivolta contro il Teresi. D’ora in poi la narrazione viene centrata sulla scoperta della vera epidemia: non causata dal colera, ma da un patto scellerato. L’andamento non dà tregua al lettore che resta sempre più coinvolto sia nei ragionamenti del Teresi sia nella sua scaltra indagine, svolta dapprima in parallelo a quella del capitano per poi sintonizzarsi con lui in stretta alleanza. L’attenzione alla teatralità del contesto è impareggiabile, mentre il tragicomico è la nota dominante. E già al Circolo, in seguito al suicidio di una donna e del parroco, la sentenza non si fa attendere:
“Santità e amuri terreno possono benissimo stari ‘nzemmula”.
In sostanza, simulando segretamente pratiche magico-religiose per scongiurare le tentazioni d’ordine sessuale, i parroci delle chiese del paese, associati con apposito statuto, profittano in modo orgiastico di giovani maritate o no, dai sedici ai venticinque anni. Lasciando ora al lettore il piacere di compartecipare all’investigazione, pare opportuno far parlare Camilleri, il quale nella presentazione-video al libro tiene a precisare che non è lo scandalo ad interessarlo, ma il ribaltamento delle posizioni: l’avvocato Teresi, che legge il Don Chisciotte, prima acclamato, è poi costretto a espatriare. Il vibrante epilogo induce a riflettere sull’oggi. Lo scritto racconta sì un fatto storico facendolo sconfinare nella fantasia, ma lo rende attuale per l’estrema attenzione al tema dell’occultamento della verità.
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