Intervista a Giuliana Facchini, in libreria con "La figlia dell’assassina"

Durante la fiera della piccola e media editoria di Roma, Più libri più liberi, abbiamo avuto il piacere di incontrare Giuliana Facchini, che per Sinnos ha da poco pubblicato "La figlia dell’assassina". Il racconto per ragazzi narra la storia di Rachele Clarke, un’adolescente amante della lettura, costretta a cambiare la sua vita dopo che la madre, in un attimo di ira, ha ucciso la sua contabile. Il racconto prende in esame gli sconvolgimenti della vita della ragazza e l’attenzione che desterà una sua foto postata su Facebook da una compagna di scuola.
Giuliana Facchini, che ci ha raccontato qualcosa di più sul suo modo di scrivere e sui suoi progetti futuri.

• Quella di "La figlia dell’assassina" è una storia particolare, come nasce?

La storia, che preciso non essere un giallo, nasce con la voglia di raccontare un’adolescente e la fuga che questa ragazza fa, ma che in un certo modo è costretta a fare. Dopo che la sua vita è stata stravolta e che la sua famiglia è drasticamente cambiata, la sua storia si incrocia con quella di un’altra ragazza, una sua compagna di scuola. Le due ragazze sono molto diverse e tra le due nascerà un legame e una sorta di confronto, proprio per questo loro essere diverse, anche se alla fine non diventeranno mai amiche, non riusciranno mai ad essere legate.

La storia di "La figlia dell’assassina" nasce anche e soprattutto dalla voglia di riflettere sulla verità e sul modo in cui essa può essere raccontata. Difatti è sempre più facile raccontare cose false, si possono raccontare cose false senza mentire, ma solo riportando male la versione o anche interpretandola male. In questo libro per ragazzi metto su carta una delle versioni della storia, quella che tocca la famiglia e soprattutto la ragazza.
Voglio concludere dicendo che il lavoro di squadra che si è fatto per questo libro e che abbiamo fatto con Sinnos è stato bellissimo.

• Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai già qualcosa di nuovo da proporre?

Sì, ho già dei nuovi progetti e soprattutto ho già in cantiere due nuovi libri, che usciranno in due momenti differenti. Uno lo vedremo in libreria a settembre, per cui è ancora prematuro parlare di questo testo, anche se comunque si tratterà sempre di un libro per ragazzi.
La proposta che invece a breve sarà in libreria ha una storia lunga alle spalle che nasce con una raccolta di racconti pubblicata con 23 scrittrici. Non amo particolarmente riprendere in mano dei miei scritti e rimaneggiarli, ma questo è stato diverso, dal momento che sin da quando uscì la raccolta di racconti destò particolare attenzione.

Il racconto era inserito nella raccolta "Chiamarlo amore non si può" con cui, insieme ad altre 22 colleghe, raccontavamo ai ragazzi la violenza sulle donne. Il mio testo era molto particolare, dal momento che si svolgeva in una scuola e quindi aveva destato molto interesse. Proprio per questo ho deciso di riprenderlo in mano e di proporlo come romanzo, approfondendo la vicenda. Questo lavoro sarà in libreria da marzo 2019, mentre per il secondo libro di cui parlavamo, che arriverà nelle librerie ad aprile 2019, non credo sia ancora il caso di parlare, dal momento che l’uscita è ancora lontana.

• I prossimi lavori sono comunque indirizzati ad un pubblico di lettori giovani? Continuerai a scrivere sempre per i ragazzi?

Il mio lettore di riferimento è sempre il ragazzo e la ragazza, gli adolescenti in generale. Io sono convinta infatti che il pubblico di riferimento perfetto per i miei romanzi siano loro e che un po’ sono stati loro a scegliere me. I romanzi che scrivo sono infatti sempre destinati a questo pubblico.
In generale comunque una volta che il libro è pubblicato, a mio avviso, diventa del lettore, sarà proprio il lettore poi ad interpretarlo, a farlo suo e a comprenderlo.

L’autore una volta che ha dato alle stampe il libro non dovrebbe più avere una grande risonanza, perché il libro è stato donato al pubblico e dopo quel momento sarà dei lettori.