Jacu
- Autore: Paolo Pintacuda
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2022
Jacu (Fazi, 2022) è il nuovo romanzo dello sceneggiatore e scrittore Paolo Pintacuda, nato a Bagheria il 5 gennaio del 1974 e vincitore del Premio Solinas 2010 per la migliore sceneggiatura.
“Il pomeriggio del 12 dicembre 1899 Scurovalle, da qualche parte al centro di una montagna ancora senza nome fra i circondari di Girgenti e Palermo, contava quattrocentoundici viventi, quindici vacche, tre vitelli che non sarebbero sopravvissuti all’inverno, cinquantadue pecore e un numero imprecisato di randagi fra cani e gatti”.
Nel borgo di Scurovalle, abbarbicato su di una montagna, dalle abitazioni tutte in pietra scabra, in quello scorcio di secolo, stava per nascere l’ultimo settimino dell’Ottocento, notizia testimoniata dal rintocco delle due campane della piccola chiesa dell’Immacolata, in un’ora inconsueta per la messa della sera. Un evento memorabile atteso da ben tre generazioni stava dunque per spezzare la monotonia ostinata, che durava senza tregua da sessantuno anni. L’ultimo settimino del secolo, secondo una credenza antica del borgo montagnoso siciliano, avrebbe posseduto il dono di curare da ogni malattia col nudo tocco delle mani.
Era il tramonto, il paese era reso caliginoso dalla nebbia, la quale come di consuetudine teneva prigioniero Scurovalle, e la ventiduenne Vittoria, già vedova del marito postino, in pieno doloroso travaglio, nel dare alla luce Giacomo, come il defunto padre, era svenuta. Girolamo Nocera, il sindaco del borgo, Padre Leonardo, parroco della piccola comunità, e la giovane levatrice erano convinti che la neo madre non sarebbe sopravvissuta al parto. E invece no. Benché livida e indebolita, Vittoria era lucida e confortata dalla certezza che il figlio, Jacu, come sarebbe stato chiamato, era ancora vivo. Non c’era ombra di dubbio: Vittoria era stata salvata dal figlio il giorno del parto e quello era il primo miracolo di Jacu, un bambino speciale, prodigioso, un faro a cui affidarsi per tutti gli abitanti di Scurovalle.
“La verità e che attorno alle vicende di Jacu si consolidò presto l’abitudine ad alterare la realtà. E come accade spesso nelle piccole comunità, assieme all’interesse morboso crebbero con la stessa rapidità storie talvolta troppo improbabili perfino per essere valutate come leggende di paese”.
Nel romanzo, dedicato “A mia madre, ben oltre il tempo”, è una voce narrante a raccontare al lettore le vicende del settimino guaritore Jacu, incastonate nell’arcaico e arretrato paese di Scurovalle, “grumo di case disordinate”, che non sarà risparmiato dalla furia della I Guerra Mondiale.
Una rievocazione potente e visionaria quella di Paolo Pintacuda, figlio del fotografo Mimmo Pintacuda, a cui si è ispirato il regista Giuseppe Tornatore per il personaggio di Alfredo in Nuovo Cinema Paradiso (Premio Oscar come Miglior Film Straniero 1990). Durante l’infanzia Paolo Pintacuda ha frequentato il Cinema Nazionale dove il padre lavorava come proiezionista, e il pensiero va al piccolo Totò, che ha una grande passione per la settima arte e dove il Cinema Paradiso è la sua seconda casa, grazie anche all’amicizia con il proiezionista Alfredo. Ecco perché siamo certi che il bravo e sensibile autore abbia conservato nell’animo memoria di quegli anni al Cinema Nazionale, per poi da adulto riversare su carta, sensazioni e impressioni. Perché nulla è più magico, onirico e fantastico di un libro o di una pellicola cinematografica.
“Fui certo, immaginando la sua espressione, che fosse tornato a essere l’infallibile e pacifico guaritore di Scurovalle”.
Jacu
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