L’Atelier dei miracoli
- Autore: Valérie Tong Cuong
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Salani
- Anno di pubblicazione: 2014
La vita riserba a ogni essere umano un destino personale mai comune a quello di ogni altro, a volte sereno, a volte più tragico. Ne “L’Atelier dei miracoli” di Valérie Tong Cuong (Salani, 2014) si narrano le vicende e i trascorsi di tre personaggi principali (Millie, Mike e Mariette), giunti tutti, nel periodo narrato, a un momento cruciale della propria vita.
Millie è una giovane di ventitré anni che vive sola a Parigi, si mantiene accettando i lavori più diversi sebbene abbia ancora i genitori con i quali, però, ha solo sporadici contatti per motivi assai importanti che si scopriranno solo con l’evolversi degli avvenimenti. Così la giovane vive la sua vita “in solitaria”: non frequenta quasi nessuno, ha amicizie superficiali, camuffa la sua bellezza sotto tute o abiti sformati da poco prezzo. Una notte, durante un incendio scoppiato nell’edificio in cui vive, Millie non trova altra via di scampo che gettarsi dalla finestra. Il volo è di più metri ma la giovane ne esce solo con una piccola frattura e viene ricoverata, per qualche giorno, in una corsia d’ospedale. Qui, quasi per caso, decide di dare un taglio netto con un passato doloroso: finge un’amnesia e dichiara di non sapere più il suo nome. Chi si prenderà cura di lei?
Mike è un clochard che dorme, durante l’inverno, nelle caldaie dei condomini e trascorre le giornate accanto a un supermercato nell’attesa di sfamarsi con gli avanzi gettati via all’ora di chiusura, bevendo birre e, al contempo, ricordando il suo passato nell’esercito e una fallita storia d’amore. La vita per strada è assai dura, una lotta continua e un giorno Mike viene aggredito da un gruppo di barboni. Ridotto quasi in fin di vita, con la milza spappolata, Mike è all’ospedale. Chi gli tenderà una mano?
Mariette è una stimata professoressa di storia e geografia in un liceo parigino, ma accusa le difficoltà di un’insegnante d’oggi. Gli studenti le sono ostili, boicottano le lezioni e Mariette non riesce a reagire anche perché è già oppressa da una vita familiare in cui deve “reggere la parte” della moglie felice. Il marito, infatti, è un politico e tiene molto alla propria immagine e a quella della famiglia soprattutto agli occhi di tanti elettori. Mariette non resiste più: convivere con quell’uomo e mostrarsi serena davanti ai suoi gemelli adolescenti le pare un’impresa titanica anche perché è preda di antichi e dolorosi ricordi, rimpianti e rimorsi. Così, un giorno, a scuola, perde il controllo e prende a schiaffi uno dei suoi alunni. Viene stabilito immediatamente che l’insegnante venga, per quindici giorni, allontanata dal posto di lavoro per ritrovare la serenità e l’equilibrio perduti.
Di tutti e tre, pochi giorni dopo i fatti avvenuti, si prende cura, pare quasi per miracolo, Jean Hart, il capo di un’associazione che è di aiuto alle persone in difficoltà e ha nome “L’atelier”. Jean si occuperà per un po’ di tempo di Mariette, Mike e Millie che lui conosce come Zelda perché lei continua a non svelare il proprio nome. Il percorso dei protagonisti, dentro e fuori l’Atelier, si intreccia più e più volte. Questo luogo pare essere un vero rifugio ma lo è solo in parte poiché anch’esso cela, come il suo direttore, aspetti nascosti e dolorosi.
Il romanzo ruota, in gran parte, sul tema della solidarietà, ma anche sul concetto che, a volte, dietro l’aiuto agli altri c’è anche qualche interesse oppure la ricerca più o meno consapevole di lenire antichi dolori che si portano dentro. “L’Atelier dei miracoli” è un romanzo comunque positivo le cui vicende riserbano tante sorprese piacevoli e non. E’ una storia che comunica più di un messaggio, primo fra tutti quello della condivisione, della solidarietà, atteggiamenti che portano a superare divari sociali ma, soprattutto, il male che più ci affligge: la solitudine.
L'atelier dei miracoli
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