L’amore va alla guerra
- Autore: Renzo Dubbini
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
Acqua alle funi, architetto: la costruzione è venuta su bene. Si erige solida, sicura e orgogliosa di sé. Buona la prima per il prof. Renzo Dubbini, anche se non si tratta del primo scritto in assoluto ma dell’esordio narrativo, con il romanzo L’amore va alla guerra, pubblicato da La Torre dei venti (maggio 2022, 174 pagine) del Gruppo Editoriale Tabula Fati di Chieti.
Padovano del 1950, Dubbini è uno storico dell’architettura e docente universitario. Dopo la laurea del 1976 nell’Istituto universitario di Venezia, ha iniziato dall’anno successivo l’attività didattica nel Dipartimento di Storia dell’architettura. Ha incentrato un’intensa produzione scientifica sull’età moderna e contemporanea, con particolare attenzione al tema del paesaggio. Nel 2011 ha assunto l’incarico di curatore del Padiglione Venezia della Biennale, nel sestiere di Castello, nel 2012 la direzione del Dipartimento di architettura costruzione conservazione ed è entrato nel senato accademico dell’Università Iuav della città lagunare.
Senza il Covid-19, non sarebbe probabilmente mai stata raccontata la storia d’amore e di guerra (la seconda mondiale) che si legge nelle sue pagine. E mai si sarebbe aspettato che questa storia potesse vedere le stampe mentre in Europa si combatte una nuova terribile guerra, in terra ucraina. Una coincidenza che sgomenta, come se un déjà vu incombesse sulla storia e sulla vita di tutti.
Infatti, la vicenda nasce quando il ragazzo della coppia protagonista, il padovano Antonio, è turbato dai venti di guerra che si agitano nel continente, dopo l’aggressione alla Polonia. Non ancora ventenne, bel tipo snello, sta frequentando da allievo ufficiale la Scuola di artiglieria contraerea a Nettuno, nel maggio 1940.
Maturo, serio e riservato, sembra un musone rispetto al vulcanico Oliviero, napoletano tutto pepe con cui divide la libera uscita. Le risate che gli strappa nascondono però un fondo d’inquietudine, non può fare a meno di pensarlo.
Hitler ha invaso la Polonia a settembre del 1939 (poi sono arrivati i russi e se la sono spartita), Inghilterra e Francia hanno dichiarato guerra alla Germania e ora pare che i tedeschi vogliano passare in forze il confine francese. L’Italia, cosa farà?
Antonio non ha voglia di ridere, Oliviero ride troppo, ma tutti e due hanno la stessa paura del futuro incerto e minaccioso che si annuncia.
Dubbini è un narratore sensibile. Con misura descrive il ritorno in licenza a Padova, la compostezza della mamma, sempre frenata dalla paura di esternare i propri sentimenti, l’imbarazzo della sorella, sempre rigida, impacciata. Capelli rosso castano e occhi verdi, bella forse, originale ed unica certamente. Di una timidezza estrema, non ha il coraggio di abbracciare il fratello maggiore.
Sono a casa! Mia madre che finge di non piangere, quell’imbranata di Elisa chiusa a riccio e io nel mio ruolo, a recitare finalmente la mia parte. Unico maschio in famiglia. Figlio con la testa sul collo. Fratello che deve aiutare Elisa a uscire dal guscio, a sentirsi bella, a diventare una donna.
Hanno perso il papà e marito nel 1925. Un incidente automobilistico. Dura la vita da orfano negli anni Venti.
Nella visita al nonno, in una appartamento nel centro, ricorre di nuovo l’ansia per il futuro, quella febbrile del giovane che vuole viverlo tutto e quella inquieta dell’anziano, che guarda dalla finestra la splendida Torre quattrocentesca dell’Orologio e pensa che una bomba potrebbe rubare tanta bellezza.
Più tardi, aspettando l’amico Paolo, compagno di liceo e studente di fisica (lui di ingegneria), Antonio riflette di non avere una fidanzata. E prima solo qualche bacetto, nessun legame serio.
Paolo lo raggiunge con due ragazze, Marta e Carla. Carla guarda Antonio. Non smette di ammirare il volto, gli occhi azzurri, i capelli biondi ondulati. Ha le mani affusolate, le muove bene e poi è timido, si capisce subito. Le piacciono i timidi, detesta i gradassi, che ti trattano come una preda.
Parlando a briglia sciolta, Carla dice di lavorare in un importante atelier, ben frequentato. Fa la mannequin, la modella in sartoria. Sfilate solo una, due volte l’anno, per il resto indossa gli abiti per aiutare le clienti a scegliere. Ha una taglia media, va bene un po’ per tutte.
Antonio guarda Carla. Apprezza gli occhi, vivaci, color ambra, le labbra ben disegnate, la massa di capelli castani. È conquistato dalla risata argentina e dal modo di parlare, comunica entusiasmo, trasmette voglia di vivere. Gli piace tutto di lei. E se l’avesse trovata, la ragazza?
Comincia una parte nuova della loro vita, ma comincia anche la guerra, che da ufficiale Antonio combatterà anche in Jugoslavia e poi sarà clandestino antifascista e partigiano, mentre attorno al loro amore scorre la storia complessa, dolorosa, del Paese e del conflitto.
Amore e guerra, ma questa è diversa, scrive Dubbini, è feroce, disumana, coinvolge tutti, non soltanto i soldati. I bombardamenti aerei cercano di infliggere i danni più terribili alle città e ai civili. È un massacro. Di cui ci si vanta, per cui si esulta. La propaganda vanta il numero dei morti del nemico come se ci fosse da festeggiarli.
Confessa che il progetto di scrivere covava da tempo, ma il romanzo è nato dal novembre 2020, nel secondo lockdown, mentre i contatti umani erano rarefatti. Guardare eventi passati non è stata una fuga dal presente, al contrario lo ha aiutato:
A comprendere situazioni, fatti drammatici e difficili da affrontare, che prima o poi coinvolgono generazioni diverse e lontane.
L'amore va alla guerra
Amazon.it: 17,00 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’amore va alla guerra
Lascia il tuo commento