L’Autonomia della discordia. Storia, realtà, prospettive
- Autore: Lino Buscemi, Francesco Renda
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
L’Autonomia della discordia. Storia, realtà, prospettive (Torri del Vento, 2023) è un prezioso volume scritto da Lino Buscemi, già autore di numerosi testi, saggi, monografie e articoli su argomenti di carattere storico giuridico, diretto a comprendere ancor meglio l’autentico significato dell’Autonomia siciliana.
In queste pagine l’autore ha raccolto e poi trascritto il contenuto di una serie di conversazioni con Francesco Renda, eccelso storico oltre che politico e docente universitario di Storia moderna, in merito allo Statuto speciale della Regione Siciliana nella sua fattuale applicazione evidenziandone le criticità. Uno Statuto, quello concesso all’Isola che prevede una vasta autonomia e che nasce con decreto di Re Umberto II, il 15 maggio 1946, prima ancora del referendum istituzionale del 2 giugno dello stesso anno.
L’autonomia della discordia viene trattata in forma dialogica, chiara e lineare, trattandone, come recita il sottotitolo di copertina, “Storia, realtà e prospettive”, dopo aver fatto un excursus sulla Storia della Sicilia, sulle ambizioni e sull’ atavico e costante desiderio di autonomia, se non di indipendenza. A questo proposito, Renda osserva come sia erroneo definire la Sicilia una terra che nel corso del tempo sia stata dominata dagli stranieri.
Lo storico ritene che sia più esatto parlare di una comunità con una caratterizzazione particolare che è però appartenuta a comunità più grandi, come l’Impero romano e a seguire la comunità araba, i Normanni, la Francia, la Spagna e il Regno delle due Sicilie e infine l’Italia monarchica e poi quella repubblicana.
La Sicilia, essendo un’isola con una popolazione numerosa, al centro del Mediterraneo, non ha mai potuto acquistare un’indipendenza.
Nell’agile e ben documentato volume, si prendono in esame i vari periodi storici in ordine cronologico, a partire dai Normanni che fondano un Regno di Sicilia che comprendeva non solo l’Isola ma parte del Meridione d’Italia, con capitale Palermo.
Si passano in rassegna gli episodi più significativi che hanno visto emergere la tendenza all’autonomia dei Siciliani come la Costituzione siciliana del 1812 che istituiva il Parlamento, i moti rivoltosi del 1820-21 e quello ancor più vasto del 1848 che investì tutta l’Europa.
Con il 1860 la Sicilia entra nel processo unitario, ma rimangono inappagate le tensioni autonomistiche manifeste anche dopo il secondo conflitto mondiale. In Sicilia dopo lo sbarco alleato del luglio 1943, l’AMGOT (Allied Military Government of Occupied Territories,) gestiva il territorio e firmato l’armistizio dell’otto settembre:
…gli alleati proposero al Re, Vittorio Emanuele III, che se lui avesse dichiarato guerra alla Germania, avrebbe avuto restituita la Sicilia.
La Sicilia venne restituita all’integrità del Paese, ponendosi al contempo il problema del Separatismo, un movimento che aveva raccolto molti consensi . Ma con la ricostituzione dei partiti politici, la prospettiva non era più la separazione, ma una regione italiana autonoma che rimanesse incardinata nell’unità del Paese. Si operò in questo senso e ancor prima della Costituzione repubblicana, si ebbe l’immediata concessione dell’autonomia speciale, senza nessuna consultazione democratica. Si pose in essere uno Statuto, scritto da esponenti di partito e giuristi sebbene di vaglia ma scelti dai Partiti, i quali stesero uno Statuto in appena 45 giorni, esibendolo come un testo perfetto e intoccabile; in realtà rappresentava la classe dirigente di allora, scritto con la premura di contenere il movimento separatista e rispondente alle esigenze storiche della Sicilia del 1943.
Francesco Renda osserva come sia uno strumento desueto e inattuale, ancorato a un’epoca passata, ancor più in ragione che la Sicilia non è più e solo una Regione dell’Italia ma parte dell’Unione Europea, la porta sud dell’Europa.
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