L’ultima candela di Krujë di Stefano Amato

Hënëza è una delle tante orfane che vive a Krujë, in Albania. Nata nel 1450, durante l’assedio dei turchi, viene tratta in salvo dal fidato consigliere del principe Skanderbeg, Tanush Topia, e affidata alle cure della serva Ninína. Crescerà a corte come dama di compagnia della signora del castello.
A fare da sfondo alla sua infanzia c’è il cruento scontro tra l’Impero ottomano e la Lega di Alessio, l’armata cristiana guidata da Skanderbeg per sottrarre l’Epiro al giogo turco. Nonché, i rapporti tra l’Albania e il Regno di Napoli, prima con Alfonso e poi con Ferrante d’Aragona, si intensificano in un patto di fraterna alleanza. Quando Hënëza, ormai cresciuta, conosce il giovane e ambizioso Isaia, è subito amore. Ma se lui vuole mettere su famiglia, la repentina partenza di Isaia come soldato la rende restia ad accettare, per paura di rimanere vedova. Nel frattempo, Ninína è sempre più spaventata dalla guerra, allora cerca un sotterfugio per scappare dall’Albania, seppur la sua scelta condizionerà la vità di Hënëza. Dopo la rovinosa presa di Krujë, Hënëza fugge con Ninína dalla furia ottomana e, rifugiatisi in Italia, dopo la morte del grande Skanderbeg, le due donne si perderanno di vista per sempre. Hënëza allora si finge una principessa albanese e sposa uno dei nipoti di Luca Sanseverino, Principe di Bisignano e Conte di Tricarico, Ferdinando Suarez.
Trasferitasi nella provincia di Calabria Citra, nella cittadina di Castrovillari, inizia una nuova vita sotto il nome di Enza Suarez, vivendo di agi e di lussi, fino a quando, anni dopo, il suo antico innamorato, Isaia, ricompare nella sua vita. Questi, assieme ad un numeroso gruppo di profughi albanesi viene accolto come colone delle vicine terre del vescovo di Cassano. Hënëza capisce allora che il suo inganno rischia di essere smascherato…

Il romanzo L’ultima candela di Krujë (Neri Pozza, 2023) di Stefano Amato non supera le 250 pagine, ma nonostante la brevità, con una piacevole scorrevolezza del testo, racconta una pagina di storia che lega strettamente l’Albania e l’Italia, con un nodo poco conosciuto che sono i centri “arbereshe”, le comunità albanofone d’Italia.
Se nella prima parte del romanzo l’autore si sofferma a raccontare le vicende di Gjergj Kastriota Skanderbeg e della Lega di Alessio, attorno a cui si svolge l’infanzia e l’adolescenza di Hënëza, nella seconda parte si sofferma a raccontare, attraverso gli occhi della protagonista, l’esodo degli albanesi verso l’Italia e la nascita delle comunità arbereshe, e di conseguenza, come la storia degli albanesi in Italia si intreccia con la storia del Regno di Napoli.
Alla trama storica, in maniera armonica, si lega il folklore albanese, come la leggenda del demone Kulshedra e della Madre del Focolare; ancora, la besa ritorna spesso nel testo, anche attraverso i poemi epici che narrano della promessa di Costantino.