L’ultimo treno da Kiev
- Autore: Stefania Nardini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
Kiev oggi è sinonimo di guerra, bombardamenti, feriti, distruzioni dopo due anni dall’invasione russa dell’Ucraina. Il libro di Stefania Nardini, L’ultimo treno da Kiev (Les Flâneurs Edizioni, 2023) invece ci racconta della città subito dopo la caduta del Muro di Berlino, quando il disfacimento dell’Impero sovietico lasciò il paese in uno stato di annichilimento, di estrema povertà e di fine di ogni illusione di libertà, dignità, possibilità di una vita decente.
La voce narrante della storia è la quarantenne Ira, che ha lasciato il marito Nikolaj, è tornata a vivere con i genitori insieme alla figlia liceale Oksana, e malgrado sia laureata in Letteratura e abbia insegnato, ora si trova senza lavoro e senza stipendio, lei come tutti i suoi amici, incapace di dar da mangiare alla famiglia. Vive nella cittadina di Truskavets, rinomata per le sue terme di acque benefiche, ma ridotta letteralmente alla fame.
In un viaggio in treno a Kiev, che appunto dà il titolo al libro, Irina cerca un’occasione per emigrare in Europa: Italia, Spagna, disposta a fare la domestica pur di aiutare la figlia a studiare.
Agenzie locali promettono miracoli, in cambio di cifre alte, mille dollari, per ottenere visto biglietto trasporto. Per ottenere quella cifra Irina chiederà un prestito da restituire a una parente, e si abbasserà per ottenere il resto da un uomo che le piace, ma con il quale non può intraprendere una relazione; sesso in cambio di soldi, magari sesso affettuoso, ma certamente umiliante.
Presa la decisione, un gruppetto di donne, Irina, Valia, Luda si mettono in viaggio, che sarà lunghissimo e disagevole. Meta Roma.
Ovviamente le promesse non sono mantenute e il gruppo di emigrate si ritrova in un luogo sinistro, vicino alla stazione Termini, dove presumibilmente saranno vendute a chissà chi. Per una pura casualità a Ira capita la fortuna di una famiglia che vive in Toscana, Rosa, suo marito e il piccolo Federico; la casa di intellettuali, piena di libri, di civiltà, di benessere accoglie una stupita Irina che comincia una vita diversa.
Trattata alla pari, incoraggiata, imparerà da Rosa non solo la lingua, la cucina, la professione, le abitudini, ma anche i diritti, suoi e delle sue connazionali, per lo più schiavizzate e prigioniere di uomini che vogliono sedurle, e comunque approfittare della loro debolezza, fragilità, inesperienza, paura.
La storia di Irina diventa emblematica di una condizione generalizzata, e descrive l’arrivo in Italia di migliaia di donne che si ingegnano a diventare badanti, domestiche, bambinaie, pur di far sopravvivere le famiglie che sono restate in Ucraina, divenuta “terra di nessuno”.
Stefania Nardini non esita a entrare nella psicologia del suo personaggio, rivelandone il cambiamento. Per soldi - e non per cuore - tutto diventa possibile in quegli anni difficili, anche il tradimento.
Libro amaro. “Contraddizioni della storia, povertà e comunismo”, dice l’autrice, raccontando la storia simbolica di una donna, delle sue compagne, di uomini frustrati, ubriaconi, violenti, che hanno addossato alle loro donne l’obbligo di sottomettersi per sopravvivere.
Prostitute, cubiste, donne finite prigioniere di vecchi mafiosi, o morte in fabbrica da schiave: uno scenario da incubo di cui siamo stati tutti protagonisti, o peggio complici, e solo in qualche caso salvatori.
Oggi l’Ucraina chiede di entrare nell’Unione Europea quando e se finirà la guerra. Scenari che questo piccolo libro interroga.
L'ultimo treno da Kiev
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’ultimo treno da Kiev
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