La casa buia di Dennis Lehane

Amanda McCready, una bambina di quattro anni, scompare misteriosamente dalla sua cameretta. Nessun segno di lotta, nessun segno di effrazione, nessun testimone. Nonostante gli ingenti sforzi la polizia brancola nel buio. Gli zii della bambina, Lionel e Beatrice McCready, decidono allora di ingaggiare gli investigatori privati Patrick Kenzie e Angela Gennaro per ritrovare la loro nipotina.
I due si ritrovano coinvolti in un caso dove niente sembra seguire un filo logico. La madre di Amanda, nonché sorella di Lionel, Helene si preoccupa maggiormente dei suoi traffici illegali di droga che di crescere e amare sua figlia. Le indagini si concentrano su una consegna finita male. Eppure dietro le apparenze si nasconde un mondo molto più oscuro e spietato con cui dover fare i conti. Un mondo che avrà ripercussioni non solo sul piano fisico, ma soprattutto sul piano psicologico.

Dennis Lehane, divenuto celebre per il romanzo Mystic River (in italiano “La morte può attendere”), possiede senza ombra di dubbio un talento unico. I suoi personaggi Patrick e Angie sono ironici, carismatici, intensi e complici. In “La casa buia” ciò che colpisce maggiormente è l’impatto psicologico. Non si tratta soltanto di confrontarsi con la scomparsa di una bambina e col silenzio urlante che si è lasciata alle spalle. Dennis Lehane mette i suoi protagonisti a faccia a faccia con la società, le sue sfumature d’ombra, il concetto di etica, l’esistenza o meno di un Dio, regalandoci una riflessione accurata e profonda che squarcia il petto come una lama.
Una storia crudele, ricca di suspense, destinata a lasciare un’impronta indelebile nei lettori. Per gli amanti del thriller come me è sicuramente imperdibile.

“La casa buia” è il quarto romanzo della serie con Patrick Kenzie e Angela Gennaro dal quale nel 2007 è stato tratto il film Gone, Baby, Gone, col titolo originale dell’opera, per la regia di Ben Affleck. Senza nulla togliere al bello e bravo Ben, personalmente la sua trasposizione cinematografica non mi ha convinto. I personaggi mi sono apparsi piatti e privi di emozioni. Se dopo aver letto il libro di Dennis Lehane vi verrà la curiosità di guardare il film, probabilmente dopo averlo visto capirete cosa intendo dire.