La lunga marcia verso casa
- Autore: Daniela Scimeca
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2010
La lunga marcia verso casa: un cammino per riflettere, un’altra prospettiva sull’esperienza di guerra.
La lunga marcia verso casa di Daniela Scimeca si configura come un travagliato cammino esperienziale del protagonista Giuseppe che dopo l’armistizio del ‘43 viene fatto prigioniero dai nazisti mentre si trova in Grecia in qualità di caporal maggiore dell’esercito italiano. La sua appunto è una marcia fisica imposta che lo porterà in Germania all’interno di un campo di lavoro forzato ma anche e soprattutto un cammino psicologico dentro la sua umanità, la sua capacità di resistere alle tante angherie tedesche, alle brutture e alle crudeltà della guerra. Il giovane Giuseppe affronta così questa dura prova a cui la vita lo mette di fronte e scoprirà la sua fragilità di essere umano ma anche la sua coerenza di uomo e la sua forza interiore, cercherà di farsi forte con l’aiuto della preghiera e col pensiero o meglio la speranza che un giorno potrà tornare a casa.
Il linguaggio semplice e discorsivo e la lucidità con cui Giuseppe racconta questa sua incredibile esperienza lo avvicinano al lettore che rimane catturato dal racconto e viene invogliato ad arrivare all’ultima pagina. Lo scritto non è mai banale e si snoda in una semplicità densa di significato che guida velocemente verso la fine.
Giuseppina, promessa sposa di Giuseppe, si alterna a lui nel raccontare di una Palermo festosa per l’arrivo degli alleati che salutano gioiosi la gente dall’alto dei loro carri armati e sembrano promettere nuova prosperità nonché la fine della guerra almeno in quel piccolo angolo di Italia meridionale che sembrava ormai non avere più alcuna speranza di pace.
Da una parte dunque la gioia della liberazione così come venne vissuta dalla gente di Palermo, dall’altro lato - come ineludibile rovescio della medaglia - la prigionia forzata dei soldati italiani considerati traditori dai nazisti e per questo vittime innocenti di decisioni prese nelle alte sfere che forse poco si posero il problemi dei tanti italiani ancora lontani dalla patria al momento della firma dell’armistizio che cambiò repentinamente le alleanze e gli equilibri politici in un momento molto delicato della seconda guerra mondiale.
Gli altri personaggi che ruotano attorno ai due protagonisti sembrano non essere abbastanza approfonditi eppure dai pochi tratti descritti possiamo immaginarne la personalità, attraverso le loro azioni possiamo pensarle come persone reali con vizi e virtù, con piccole debolezze e manie che cercano di vivere al meglio in una semplicità e umiltà genuina e primitiva.
Nel racconto vengono fuori grandi valori come l’amore, l’amicizia, la famiglia ma anche la fede in Dio, la speranza e la coerenza, valori senza i quali anche il più piccolo e umile degli uomini non potrebbe vivere, sono proprio essi che guidano Giuseppe e gli daranno la forza di uscire fuori dall’incubo che, suo malgrado, si trova ad affrontare. Molte sono le atrocità, le morti descritte ma la speranza ciò che c’è di buono nell’essere umano alla fine trionfa.
L’autrice riesce a condensare in 120 pagine la storia dei suoi nonni in un crescendo di pathos e commozione che esplode nelle ultime pagine quando lei stessa prende la parola per raccontare l’epilogo di questa incredibile storia vera. Umiltà e semplicità sono le caratteristiche di Giuseppe e Giuseppina che riusciranno a ritrovarsi e avranno una vita lunga e serena e rappresentano idealmente un punto di riferimento, un esempio per tutta la loro famiglia a venire.
La lunga marcia verso casa
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