La mangiatrice di anime di Lana Venti

“La Mangiatrice di Anime” è un titolo che non lascia presagire la complessità di questo romanzo. Un racconto in cui fantasy, romanticismo e religione si miscelano sapientemente per ottenere una storia dalla quale è davvero difficile allontanarsi.

Lana Venti sconvolge pericolosamente le fondamenta del cristianesimo, creando un universo in cui la Bibbia sarebbe soltanto un’arma a disposizione degli Elohim, gli alieni che hanno generato gli esseri umani, e in cui Satana (Helel nel romanzo) sarebbe il sommo creatore, che si oppone fermamente a Yahweh (o Geova), crudele manipolatore e spietato assassino di uomini.
Ma cominciamo dall’inizio: sullo sfondo di una silenziosa e millenaria guerra, in cui Helel e Yahweh combattono per l’estinzione del genere umano, seguiamo la storia di Rebecca.
Lei è la figlia di Helel e, in quanto ibrida, ha dei poteri particolari. Infatti, lei sola può mangiare le anime degli alieni immortali, uccidendoli definitivamente.
Rebecca si nasconde tra gli umani, fingendo di avere un lavoro e vivendo con un uomo che la ama, e nel frattempo compie il suo dovere, eliminando quanti più alieni possibile.
La sua vita scorre relativamente serena, fin quando Nathaniel non si ripresenta alla sua porta.
Nate è il grande amore della sua vita, ma è anche un pericoloso ibrido.
Trascinati in un vortice di passione, i due si troveranno ad affrontare qualcosa di enorme: il loro amore, infatti, era scritto nella Bibbia di Yahweh. E allora entrambi gli eserciti alieni daranno loro la caccia per impedire che le profezie si compiano, portandoli infine ad una scelta straziante.

Niente di scontato per il romanzo di Lana Venti, che ha saputo creare personaggi intriganti e ben caratterizzati e una storia d’amore struggente in una realtà che, pur nella sua fantasia, sembra davvero plausibile.
Una scrittura piacevole, un fantasy fresco e originale e un’esordiente italiana che promette bene.