La moglie del lobotomista
- Autore: Samantha Greene Woodruff
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2022
Per chi non lo sapesse, la lobotomia è stata una tecnica, in voga tra la fine degli anni quaranta e gli anni sessanta del secolo scorso specialmente negli Stati Uniti d’America, volta a risolvere chirurgicamente la disabilità mentale.
Fu in particolare un neurologo statunitense, Walter Jackson Freeman, a farsi pioniere e poi sostenitore accanito di tale tecnica, che egli perfezionò (si fa per dire) al fine di renderla più veloce ed economica possibile, mettendo a punto la “lobotomia transorbitale” che attraverso uno strumento, l’orbitoclasto, simile a un punteruolo da ghiaccio permetteva di raggiungere, attraverso le orbite oculari, i lobi prefrontali del cervello del paziente per reciderne le connessioni nervose in arrivo e in uscita, che era poi il rimedio con cui la lobotomia si prefiggeva di risolvere le patologie psichiatriche della più varia natura. Il tutto dopo avere stordito, a mo’ di blanda anestesia, il malcapitato di turno con un paio di scosse di elettroschock.
Sembra lo spunto per un film dell’orrore, e invece è storia, storia della medicina.
Ne La moglie del lobotomista (Newton Compton, 2022, traduzione di Elena Vaccaro), Samantha Greene Woodruff ripercorre questo passaggio di apparente progresso scientifico avvalendosi della forma romanzata, che introduce personaggi e situazioni di fantasia ma che non altera nella sostanza la veridicità del resoconto di quello che fu lo sviluppo, il successo e il declino di una procedura operatoria che si illuse di poter essere la panacea per svuotare i manicomi dai loro sfortunati ospiti.
L’autrice sceglie di narrare la sua storia dal punto di vista della moglie del medico (qui chiamato con il nome di Robert Apter), a cui attribuisce il merito di avere smascherato le terribili conseguenze, specie a lungo termine, della lobotomia transorbitale che, nella maggioranza dei casi, lungi dal produrre benefici effettivi, inficiava irrimediabilmente le facoltà cognitive di chi vi era stato sottoposto, interferendo spericolatamente con la personalità dei soggetti trattati, facendoli regredire sovente a un livello di sviluppo intellettivo di grado infantile (il caso più celebre in questo senso, riportato anche nel romanzo, fu quello di Rosemary Kennedy, sorella del futuro trentacinquesimo presidente U.S.A.).
Nella realtà, la moglie del dorttor Freeman non ebbe alcun ruolo nel portare alla luce gli effetti devastanti di una procedura che, al culmine del suo successo, era diventata di routine negli ospedali psichiatrici, statunitensi e non solo, e che lo stesso Freeman eseguiva a tambur battente nel suo studio privato in modo pressoché ambulatoriale, con costi “popolari” e sempre più disinvoltamente, tanto da non fermarsi nemmeno di fronte a soggetti molto giovani, talvolta bambini, e neppure di fronte a pazienti che presentavano disturbi lievi o temporanei.
Tuttavia, come detto, il romanzo non si discosta molto dalla verità nel raccontare tutte le sfaccettature di quella che fu considerata (troppo) a lungo la più convincente tra le possibili soluzioni terapeutiche della malattia mentale nell’ambito della cosiddetta psicochirurgia, e che - a differenza, stavolta, di quanto accade nel testo - si arrese solo all’avanzare dei primi psicofarmaci, destinati a rivoluzionare per sempre le cure psichiatriche.
Con uno stile non pretenzioso, ma scorrevole e diretto, l’autrice Samantha Greene Woodruff ci offre un documento molto dettagliato su una delle pagine più buie della medicina moderna, in ciò consistendo il maggior pregio di questo libro, a cui è lecito accostarsi più per la curiosità destata dal tema affrontato che per il gusto del racconto in quanto tale.
Un viaggio coinvolgente e, a tratti, sconvolgente che non lascia indifferenti, proprio perché frutto non di immaginazione, ma di un accurato lavoro di ricerca.
La moglie del lobotomista
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Un libro perfetto per...
Per chi è interessato alla storia della medicina e della psichiatria in particolare.
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