La musica delle parole
- Autore: Emily St. John Mandel
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Leggereditore
- Anno di pubblicazione: 2012
I rapporti alle volte sono più complicati di quello che dovrebbero essere. Spesso ci sono delle situazioni che portano a compiere determinati atti. E’ facile che quello che succede durante l’infanzia possa segnare profondamente una persona. E’ vero che non sempre quello che sembra essere una cosa evidente ai più sia la verità. Tutti questi temi entrano a far parte di questo primo e, a mio modo di vedere, riuscito lavoro di Emily St. John Mandel, pubblicato da Leggereditore.
Lilia è una bambina e vive in Canada quando è rapita dal padre e portata negli Stati Uniti. E’ adulta quando scappa via da Eli, un ragazzo di Brooklyn che si innamora quasi subito dopo averla conosciuta. Nel mezzo, una storia fatta di un continuo scappare, sfuggire, peregrinare, voltare pagina. Una vita continuamente in viaggio, in movimento verso una non-destinazione, solo per abitudine o forse per necessità. Intorno a lei figure che nel tentativo di afferrarla, proteggerla, legarla a sé, ne sono inevitabilmente trascinate e ingabbiate in un misterioso passato su cui cercano di far luce.
Man mano che le ombre su questo passato vengono dissipate, l’autrice riesce a delineare la complessità dei rapporti interpersonali che ci sono tra gli individui, a tracciarne le sfumature mettendo in evidenza come i sentimenti che ci sono alla base possano spingere a dirottare la propria vita, come spesso è più facile scappare che affrontare, come alle volte è necessario intraprendere viaggi lunghi e impervi per riuscire a comprendere appieno gli altri e in ultima analisi sé stessi. Perché forse tutti noi abbiamo senso solo in relazione agli altri, tutte le nostre azioni hanno un senso solo se se ne può avere testimonianza. E per contro smettiamo di esistere quando siamo i soli ad avere memoria di noi stessi, come le lingue parlate da poche persone che inevitabilmente sono destinate all’estinzione.
La narrazione si svolge tra il presente e il passato, passando da uno all’altro in modo del tutto naturale, usando il flashback sia per sviluppare un concetto non sviluppato o una risposta rimasta in sospeso nel presente, sia per cominciare a costruire gli anni che intercorrono tra il rapimento avvenuto all’età di sette anni e il momento in cui Lilia decide per l’ennesima volta di scappare via per non si sa dove. La lettura molto scorrevole rende il romanzo facile da leggere, il mistero che avvolge la protagonista lo rende coinvolgente, lo spunto linguistico che ci sta dentro interessante.
La musica delle parole
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